Cettinella.com
  • Home
  • News
  • Benessere
  • lifestyle
  • Storie di Vita
  • Intrattenimento
  • Altro
    • La ricetta della settimana
    • Curiosità
    • Bellezza
    • Viaggi e Turismo
    • Rimedi naturali
    • Ricette
    • Oroscopo
    • Amici a 4 zampe
    • Estrazioni del lotto
    • Miracoli e Testimonianze
  • Home
  • News
  • Benessere
  • lifestyle
  • Storie di Vita
  • Intrattenimento
  • Altro
    • La ricetta della settimana
    • Curiosità
    • Bellezza
    • Viaggi e Turismo
    • Rimedi naturali
    • Ricette
    • Oroscopo
    • Amici a 4 zampe
    • Estrazioni del lotto
    • Miracoli e Testimonianze
Cettinella.com

Home » Ricette » La ricetta del sartù Napoletano

La ricetta del sartù Napoletano

Serena De Filippi da Serena De Filippi
29 Febbraio 2016
Condividi su FacebookCondividi su Pinterest

Leggianche:

Donuts al forno

Donuts al forno: morbide ciambelle americane ricoperte di zucchero

Alberelli di pasta frolla

Alberelli di pasta frolla perfetti per Natale: deliziosi e belli da guardare!

La gente di Napoli è incline al riso. Nell’accezione di “risata”, effettivamente il riso abbonda sulla bocca dei suoi abitanti.Se invece la parola “riso” la leggiamo nel suo significato di alimento, dobbiamo riconoscere che nei suoi confronti l’atteggiamento dei napoletani è stato sempre ambivalente. Alla fine del 1300, da “mangiafoglia”: consumatori di verdura, e segnatamente di cavolo – per necessità, non essendovi cibo altrettanto economico da mettere sotto i denti,- i napoletani stavano diventando un po’ alla volta “mangiamaccheroni”.

Un appellativo assai più lusinghiero, al quale a tutt’oggi non hanno alcuna intenzione di rinunciare.Più o meno nello stesso periodo, dunque alla fine del XIV secolo, era arrivato a Napoli un altro alimento: per l’appunto, il riso. Non da troppo lontano; dalla Spagna, nelle stive delle navi degli Aragonesi che venivano a prendere possesso del regno di Napoli.La pasta ed il riso, giunte a Napoli per vie diverse (pur provenendo dallo stesso luogo: l’estremo Oriente), presero anche strade diverse. In verità, la pasta non ne prese alcuna: a Napoli si trovò benissimo, ed elesse la città partenopea a propria dimora ufficiale.Invece il riso a Napoli non si fermò più di tanto. In men che non si dica si spostò al Nord, evi si installò stabilmente. Perché là trovò l’acqua, indispensabile perla sua crescita, dicono alcuni; ma forse la verità è un’altra. E’ che a Napoli il riso non aveva avuto troppo successo. Sì, era un cibo nutriente, che dava un senso di sazietà, ed era relativamente poco costoso; ma i napoletani non ebbero mai per lui lo stesso feeling che stavano invece sperimentando per la pasta. Ne fanno fede i nomi che al riso venivano affibbiati, e che in parte gli sono rimasti, a tanti secoli di distanza: “sciacquapanza” e “sciacquabudella”.A motivare questa diffidenza, che non di rado si tingeva di ostilità, sta il fatto che il riso sbarcato a Napoli con gli Aragonesi era un’assoluta novità,almeno per l’Italia, in quanto all’ impiego alimentare. Finora quel momento, il riso era stato utilizzato solo come medicamento, per malattie gastriche o intestinali.
La schola medica salernitana (Salerno è a un tiro di schioppo da Napoli) consigliava il riso in tutte le salse, anzi in nessuna (veniva infatti prescritto rigorosamente in bianco).A Napoli, in quel periodo, le malattie infettive trascorrevano il tempo fra endemia ed epidemia; e in molti casi (si pensi al colera) il riso era l’unico alimento consigliato, e consigliabile. Il riso Purificatore veniva insomma associato a condizioni di salute precarie, sulle quali non c’era niente da ridere.E’ probabilmente per questo motivo che i napoletani non si strapparono i capelli quando il riso, pur avendo avuto Napoli come prima destinazione, scelse di stabilirsi in Lombardia, in Piemonte e in Veneto. I napoletani ignoravano però che, come gli emigranti che fanno fortuna lontano dal luogo da cui sono partiti, il riso un giorno sarebbe tornato. E che loro stessi lo avrebbero accolto con tutti glionori. E gli odori.Ma il riso si rivelò piuttosto furbo: non tornò infatti così com’era partito, nudo e crudo. Tornò cotto, e sottomentite spoglie. Per dir meglio, in abiti diversi. Assai più ricchi, e più belli.Se gli artefici dell’arrivo del riso a Napoli furono gli Spagnoli, i protagonisti del suo ritorno furono invece i Francesi. Per il tramite dei loro cuochi.Nel 700,erano loro, i cuochi francesi, a regnare su Napoli. I nobili,che vivevano nei palazzi del Centro Storico e di Monte di Dio, nella adiacenze di Palazzo Reale, in quel periodo per apparire chic, parlavano francese, e nella stessa lingua mangiavano. I loro cuochi (sia quelli autenticamente francesi, sia quelli napoletani, che si erano comunque impratichiti nella cucina d’Oltralpe) erano chiamati, in un francese napoletanizzato, “Monsù” (da “Monsieur”.)Questi poveri cuochi dovevano scontrarsi quotidianamente con l’idiosincrasia dei loro padroni …nei confronti del riso, che invece in Francia andava alla grande. Un’avversione (ma forse si potrebbe definire meglio un non-amore: un’indifferenza) che andava avanti da secoli.Cosa pensarono allora di fare, i Monsù?Si mobilitarono per nobilitare il riso. Per renderlo più gradevole ai palati partenopei.Per cominciare, ci misero dentro della salsa “c’a pummarola”: il pomodoro, a quei tempi, a Napoliera già una sorta di passepartout, un viatico. Questo però non poteva bastare: anche se rosso, il riso restava uno sciacquapanza. I Monsù decisero perciò di arricchirlo con melanzane fritte, polpettine e piselli. Tutte queste prelibatezze le piazzarono sopra il riso, a guarnizione: come specchietto per le allodole.In cima a tutto: in francese, “sur-tout”.Da “sur-tout” a “sartù” non c’è che lo spazio di un sospiro, e il tempo necessario ad emetterlo. Poi la bocca sarà occupata in (sar)tutt’altro .I loro padroni, i nobili napoletani,fecero da cavie a questo “nuovo” piatto. E mostrarono di gradire il sartù quanto avevano disdegnato il riso: vale a dire, moltissimo. Un po’ per volta il sartù, pur rimanendo sulle tavole dei ricchi, passò pure su quelle dei poveri. Diventando, come molti cibi, a Napoli e altrove, una splendida metafora dell’egualitarismo. A conferma che la legge (della buona cucina) è uguale per tutti. Le informazioni sono tratte da;http://www.maruzzella.it/
E dopo questa bella info sul sartù Napoletano passiamo alla ricetta di nonna Anna.
Ingredienti e preparazione
800 gr di riso
500 gr di macinato di carne
300 gr di piselli
400 gr di provola
3 bottiglie di salsa di pomodoro
parmigiano grattugiato
sale
pepe
basilico
olio evo
cipolla
burro
pane grattugiato
Incominciamo con il preparare il sugo facendo soffriggere una cipolla con dell’olio evo.
Aggiungiamo la salsa di pomodoro, saliamo e portiamo a cottura aggiungendo alla fine qualche fogliolina di basilico.
In una pentola portiamo a bollore dell’acqua salata, aggiungiamo il riso e cuociamo fino a cottura.
In una padella facciamo soffriggere dell’altro olio evo con altra cipolla.
Aggiungiamo la carne, saliamo, pepiamo. Quando la carne è a metà cottura aggiungiamo i piselli surgelati e finiamo di cuocere il tutto. A cottura ultimata versiamo la carne e i piselli in una ciotola, aggiungiamo un mestolo di salsa, la provola a dadini e mescoliamo.
Scoliamo il riso e condiamolo con il parmigiano e il sugo di pomodoro.
Imburriamo e cospargiamo di pane grattugiato uno stampo per sartù (io non lo avevo e quindi ho utilizzato uno stampo per babà).
Versiamo metà del riso foderando anche le pareti dello stampo. Versiamo al centro il composto di carne, provola e piselli. Ricopriamo con l’altro riso. Cospargiamo di sugo e inforniamo per 40 minuti. Lasciamo leggermente raffreddare prima di sformare.

http://nonnaanna.blogspot.com/

CondividiPin

Post Correlati

Donuts al forno
La ricetta della settimana

Donuts al forno: morbide ciambelle americane ricoperte di zucchero

Alberelli di pasta frolla
La ricetta della settimana

Alberelli di pasta frolla perfetti per Natale: deliziosi e belli da guardare!

Crepes alle mele
La ricetta della settimana

Crepes alle mele: ricetta alternativa per una colazione in pochi minuti

Articolo Successivo
Le rubriche di Cettinella:Il laboratorio di M.A.E. :le torte di linz

Le rubriche di Cettinella:Il laboratorio di M.A.E. :le torte di linz

I nostri articoli più letti

Previsioni del tempo prossima settimana
News

Previsioni del tempo prossima settimana: freddo e neve, poi cambierà tutto

come-le-stelle-influenzano-lo-stile
Oroscopo

Come le stelle influenzano lo stile di ogni segno zodiacale

bambina nasce in terapia intensiva
Emozioni

Bambina nasce in terapia intensiva da mamma intubata per covid: l’infermiera diventa la sua madrina

Chi è Katiuscia
Intrattenimento

Chi è Katiuscia, la diva dei fotoromanzi? Oggi è irriconoscibile

Oroscopo del giorno sabato 16 Gennaio
Oroscopo

Oroscopo del giorno sabato 16 Gennaio, due giorni pieni di tensione per la Vergine

due mascherine sono meglio di una
News

Due mascherine sono meglio di una? Il parere degli esperti

Cettinella.com

Cettinella.com è un magazine di notizie destinato ad un pubblico di ogni genere, troverete notizie riguardanti la salute, la cucina, la cronaca e tanto altro.

  • Redazione
  • Disclaimer
  • Note Legali
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Contattaci

© 2020 Cettinella.com - Il magazine di Cettinella
Immagini e ricette sono di proprietà delle rubriche citate, alcune foto posso non essere di Nostra proprietà. Gli articoli scritti dalla redazione (ossia dove non ci sono le fonti) sono di nostra proprietà intellettuale e ne è vietata la riproduzione senza autorizzazione scritta. Verranno cancellati su semplice richiesta dei relativi proprietari scrivendo a concettaserio047@gmail.com

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Home
  • News
  • Benessere
  • lifestyle
  • Storie di Vita
  • Intrattenimento
  • Altro
    • La ricetta della settimana
    • Curiosità
    • Bellezza
    • Viaggi e Turismo
    • Rimedi naturali
    • Ricette
    • Oroscopo
    • Amici a 4 zampe
    • Estrazioni del lotto
    • Miracoli e Testimonianze

© 2020 Cettinella.com - Il magazine di Cettinella
Immagini e ricette sono di proprietà delle rubriche citate, alcune foto posso non essere di Nostra proprietà. Gli articoli scritti dalla redazione (ossia dove non ci sono le fonti) sono di nostra proprietà intellettuale e ne è vietata la riproduzione senza autorizzazione scritta. Verranno cancellati su semplice richiesta dei relativi proprietari scrivendo a concettaserio047@gmail.com