Nonostante il trapianto di midollo osseo aveva dato dei segni di possibile successo, l’anno scorso i problemi sono presto tornati alla luce per il giovanissimo Gianluca Cenedese che all’epoca aveva 12 anni, dando così l’addio di tutta la sua famiglia a quello che era un piccolo eroe
Il giovane è stato però stroncato da quella leucemia che stava combattendo da moltissimo tempo, ma il primo a non riuscire a sopportare le lunghe cure è stato proprio il suo corpo. Tutto questo è accaduto a Maserada, in provincia di Padova.
Addio a Gianluca, morto a 12 anni di leucemia: “Sarai per sempre il nostro eroe”
Erano molti anni che il giovane lottava, e la sua storia è stata raccontata nell’ormai lontano 2017 da suo padre Renzo direttamente dai media del posto. Difatti, per poter stare accanto al figlio, sono stati proprio i suoi colleghi a dar vita ad una gara di solidarietà.

A raccontare il tutto è stato il Corriere del Veneto. Gianluca era un bambino brillante, che per anni ha dovuto affrontare per ben 2 volte la malattia e le sue conseguenze. Nella giornata di due giorni fa, il piccolo è venuto a mancare presso l’ospedale di Padova.
Con l’esalazione del suo ultimo respiro, ha lasciato nella più completa disperazione la mamma Manuela, il padre Renzo, la sorella Giorgia, amici e conoscenti. Circa sei anni, i colleghi del padre nella tessitura Monti, gli avevano fatto un regalo per permettergli di stare più vicino al figlio.
I colleghi hanno così deciso di donargli tutte le loro ferie così da poter assistere per ben 6 mesi a suo figlio. In questo modo, ha potuto sostenere il figlio dopo la terribile notizia del ritorno di quella leucemia, che nel 2015 sembrava ormai sconfitta.
Il suo nome era Leucemia linfoblastica acuta recidiva tardiva e per motivarsi, Gianluca diceva ai compagni: “Fan***o i vermi”, frase presto stampata sulle magliette dagli stessi compagni. Dopo un trapianto di midollo che sembrava essere il metodo più giusto per sconfiggere quel mostro, l’anno scorso sono tornati i problemi fino alla tragica notizia di due giorni fa.
“Gli chiedevo di essere forte, lui non mollava. La notte scorsa era stata migliore di tante altre. Poi si è svegliato e mi ha detto: papà, voglio andare a casa”. Il padre, ora si diletta a fare il clown per far sorridere i bambini malati, assieme all’associazione di volontari.