Alberto Zangrillo. Il direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, ospite ieri sera da Massimo Giletti a “Non è l’Arena” in onda su La7, è tornato a fornire la sua opinione sull’emergenza Coronavirus.
Zangrillo salì alla ribalta qualche settimana fa quando annunciò che valutati i cali di ricoverati in terapia intensiva e di nuovi casi, si poteva affermare che il covid-19 clinicamente non esistesse più.
Tali dichiarazioni alzarono numerose polemiche sopratutto da parte della comunità scientifica concorde sul fatto che in realtà il coronavirus fosse ancora tra noi mietendo vittime.
Zangrillo ieri ha ribadito il fatto che non ci siano più malati in terapia intensiva e questo potrebbe non dirci nulla, ma il dato importante è che i nuovi positivi non sono neanche più in ospedale.
Secondo il direttore il virus c’è ancora, non è sparito né mutato e su questo non ci sono dubbi. Ma l’interazione tra il virus e l’ospite non produce più la malattia come faceva prima.
Poi ha aggiunto che non bisogna terrorizzare le persone sul numero di morti da covid-19 ma dire la verità: ci sono persone che muoiono con il covid, ma a causa di altre patologie pregresse e non per il virus.
Per Zangrillo il virus non fa e non farà più paura
Sempre Zangrillo ha detto che se in una prima fase, fino a metà aprile il numero dei decessi era probabilmente sottostimato perché parecchie persone sono decedute senza tampone che accertasse la positività o meno.
Oggi il numero di decessi è probabilmente sovrastimato. L’Italia sta uscendo dal momento di crisi e il virus non fa e non ci farà più paura.
Infine un appunto sull’utilizzo delle mascherine. Secondo Zangrillo il lockdown e l’uso delle mascherine sono serviti a contenere il contagio e su questo l’Italia si è comportata in modo esemplare.
Ma se continuiamo come popolo ad essere bravi come fatto nella prima fase, bisognerà iniziare a valutare a livello regionale alla luce dei dati, la non obbligatorietà dell’uso delle mascherine in luoghi pubblici e chiusi. “Se ci comportiamo bene, prima o poi ce le dovremo dimenticare“– ha detto.