Nascere in piena pandemia Covid-19, con una grave malformazione cardiaca: La piccola Alice e la sua mamma Lucia, un intervento di 9 ore a cuore aperto e due guerriere che con Fede, grazie ad una super equipe, superano tutte le difficoltà. Alice, la piccola guerriera della terapia intensiva cardiologica nasce il 31 Marzo all’ospedale pediatrico Bambino Gesù Gianicolo, a Roma, con parto cesareo programmato.
La mamma Lucia, la vede 20 minuti dopo la nascita e poi non la vedrà fino al sesto giorno di vita, giorno precedente alla rinascita della piccola.
A soli sette giorni infatti, la piccola, affronta un intervento a cuore aperto durato ben nove ore, per correzione di TGA (trasposizione grosse arterie) a setto intatto. La bimba dimostra di essere una vera guerriera, aggrappata alla vita, e di voler stare con la sua mamma Lucia, Il suo papà Antonio e la sua sorellina Giulia.
Lucia ricorda così il periodo della gravidanza: “Abbiamo fortemente cercato la gravidanza e quando ho scoperto di essere in attesa, ero felicissima per questo dono.
La guerriera della terapia intensiva: TGA a setto intatto, guerriera della cardiochirurgia di Roma
Sono già mamma di un’altra bimba di tre anni, Giulia, e non vedevo l’ora che arrivasse il momento di conoscere il piccolo nel pancione. La gravidanza procedeva bene a parte qualche nausea, non ho avuto nessun problema, né qualcosa agli esami, faceva presagire che la mia bimba avesse un grosso problema”.
Lucia continua a sottoporsi agli accertamenti di routine, ma è con l’ecografia morfologica, che si effettua normalmente tra la 20° e la 22° settimana di gestazione, che arriva la doccia fredda.
“Il giorno dell’ecografia morfologica, sono entrata in un incubo. I medici mi dissero che la mia bambina aveva una malattia incompatibile con la vita, e mi consigliarono di recarmi all’ospedale Monaldi di Napoli perché loro non sapevano cosa fare.
Ricordo che quella notte sembrava infinita, e io mi sentivo in una bolla d’aria, incapace di reagire e di accettare di negare la vita alla bimba che cresceva dentro di me.”
Le visite specialistiche e la scoperta della patologia
Al Monaldi, Lucia viene presa in carico dal primario, una dottoressa preparatissima e molto umana e sensibile che le spiega con calma, il problema della sua piccola.
“La mattina dopo, il primario, una donna straordinaria, mi spiega che la mia bimba ha una malformazione cardiaca chiamata TGA ma mi tranquillizza, perché essendo a setto intatto, non ha ulteriori malformazioni. Mi spiega che alla nascita avrà bisogno di un intervento a cuore aperto per poter sopravvivere, e che avrei dovuto fare controlli molto frequenti fino al parto, per monitorare costantemente la situazione.”
Situazione molto delicata, in quanto per via del Covid non aiuta a rasserenare Lucia, che proprio a causa dell’epidemia, si vede annullare e posticipare delle visite molto importanti.
“La dottoressa mi aveva prospettato anche la possibilità di inserire un palloncino nel cuore della mia bimba, attraverso un catetere che da un’arteria della gamba arriva fino al cuore -per garantire una maggiore ossigenazione- ma fortunatamente non si è poi rivelato indispensabile”.
“Le mie giornate erano scandite dall’ansia e dall’angoscia, avevo molta paura per tutto quello che ci aspettava e avevo molta paura che io o qualcuno della mia famiglia potesse contrarre il Covid, causando altre complicazioni alla gravidanza già delicata in sé.”
La corsa a Roma e la nascita della guerriera della terapia intensiva
Manca soltanto una settimana quando il medico che segue Lucia si ammala di pancreatite, avvisandola che dovrà essere operata da un altro medico, al momento del parto. Lucia è stravolta, da Avellino, viene inviata all’ospedale Fatebenefratelli di Roma, dove, dopo esser stata accolta per qualche giorno in una struttura di monache, e rimane in isolamento, fino al parto.
Avevo così tanta paura da non riuscire neanche più a piangere, a causa del Covid sono dovuta rimanere sola e le giornate non passavano mai. Mi attanagliavano i pensieri peggiori, tanti sensi di colpa verso la mia primogenita.
Fortunatamente la mia famiglia, era sempre presente anche se a distanza, e ha alleggerito il dolore e la fatica di quel periodo. Lucia viene ricoverata al Fatebenefratelli, ma sa già che la sua piccola non nascerà in quell’ospedale e che immediatamente dopo la nascita, verrà trasferita in terapia intensiva per ricevere il supporto alla ventilazione.
Lei verrà riportata al Fatebenefratelli, lasciando un pezzo del suo cuore al Bambino Gesù.
“Quando è nata Alice, mi hanno portato in ambulanza fino al Bambino Gesù Gianicolo, dove lo staff mi aspettava per poter procedere al parto cesareo. Io ero terrorizzata, durante il parto ho anche avuto un attacco di panico, e ho avuto bisogno dell’ossigeno, volevo sentirmi tranquillizzata, volevo che mi dicessero che sarebbe andato tutto bene, ma in realtà, nessuno poteva saperlo.
Ricordo di non averla vista né sentita piangere, soltanto dopo 20 minuti me l’hanno fatta vedere e poi mi hanno portato via in ambulanza.” Al momento della nascita, la piccola, viene sottoposta ad una profilassi con prostaglandine, che aiutano il dotto del cuore a rimanere aperto fino al momento dell’intervento. La stessa profilassi le verrà fatta poco prima di entrare in sala operatoria.
L’intervento a sette giorni di vita per, La guerriera della terapia intensiva
A sette giorni di vita, Alice affronta la sua prima sfida. Viene operata dal dottor Galletti, responsabile del reparto di cardiochirurgia dell’ospedale Bambino Gesù Gianicolo. L’intervento dura 9 ore. La piccola viene trasferita in TIC terapia intensiva cardiologica per una settimana, poi la ricoverano in reparto accanto alla sua mamma, per un mese e mezzo.
“Ho preso per la prima volta in braccio la mia piccola quando aveva 6 giorni, il giorno prima dell’intervento. Durante il ricovero in TIC, ogni giorno, facevo una fila di mezz’ora per poterla vedere 20 minuti.
Fortunatamente, nonostante la delicata situazione, in ospedale ho incontrato persone stupende e speciali, che ci hanno coccolato fino al primo istante e non ci hanno mai fatto sentire sole.
Io e il mio compagno abbiamo cercato di farci forza a vicenda, durante tutto questo periodo, e grazie anche alle nostre famiglie, siamo riusciti a superare tutto. La piccola Giulia era bravissima, non ha mai fatto un capriccio, come se capisse che la mamma dovesse stare lontana e quindi doveva stare buona.”
Adesso la piccola Alice finalmente è a casa con la sua famiglia e sta bene. Come previsto nei casi di cardiopatie congenite, è sottoposta a follow up periodici per valutare lo stato di salute e la crescita. Ha un piccolo rigurgito alla neoaorta e alla valvola polmonare. I medici che seguono la bimba, sostengono che sia sufficiente tenere la situazione sotto controllo per consentirle una vita normale.
Da mamma a mamma, il messaggio di Lucia
“L’unica cosa che mi permetteva di non mollare mai, era l’idea di fare un passo alla volta per vedere i piccoli progressi della mia bambina. Non potevo fare progetti a lungo termine né immaginarmi come sarebbe stato di lì a poco, ma vivere istante dopo istante. La Fede mi ha aiutato tanto, ho affidato le mie paure alla preghiera, e mi sono fatta forza guardando mia figlia.
Il suo sorriso, nonostante il dolore fisico e le difficoltà che stava affrontando, nonostante le flebo, le punture, gli aghi. Lei sorrideva. E se lo faceva lei, che motivo avevo io per sentirmi male?” Lucia ha vissuto 40 giorni da sola con la sua piccola, assistendo quotidianamente a cure e terapie.
Ai genitori che si trovano in questa situazione, vorrei dire che il percorso non è facile ed è molto doloroso, non chiudetevi in voi stessi ma accettate il confronto e il sostegno di chi vi vuole offrire anche solo una spalla su cui piangere.
Non possiamo trattenere tutto il dolore dentro e non possiamo neanche trasmetterlo ai nostri figli perché hanno bisogno di forza e positività, e ricordate che quando supererete tutto e avrete il vostro bambino con voi, tutto sarà ripagato, ogni lacrima, tutto il dolore e tutta la sofferenza, esattamente come è successo quando Alice aveva un mese e 5 giorni e per la prima volta ha visto il cielo e ha conosciuto la sorellina Giulia, felice di conoscere la sorellina con il cuoricino aggiustato.
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Alice, la guerriera della terapia intensiva cardiologica durante il COVID è una intervista di Ingrid Busonera