Ad Amatrice, hanno deciso di dedicare una statua a Camilla, il cane eroe. Camilla è il Border Collie che ha perso la vita in servizio.
Nicola, il suo padrone, parteciperà all’inaugurazione: sarà dura andare lì senza di lei. Il cane-pompiere avrà un riconoscimento per la vita, per il servizio che ha svolto.
Camilla, infatti, è diventata il simbolo di tutti gli animali impegnati nelle operazioni di ricerca e soccorso. Il 16 Agosto, Camilla aveva già ricevuto un riconoscimento importante, ovvero il Premio Internazionale Fedeltà del Cane di Camogli.
“Torno ad Amatrice un anno dopo il terremoto. Ero stato lì in missione con Camilla ed è dura per me tornare senza di lei”, afferma Nicola Ronga.
“Avrei preferito restare nell’anonimato a lavorare con il mio cane piuttosto che avere una statua che la ricorda. Ovviamente la considero un’iniziativa bellissima e tutte queste manifestazioni di affetto e stima non possono che farmi piacere.
Da quando ho perso Camilla non mi sono mai tirato indietro se qualcuno mi chiedeva di raccontare del nostro lavoro: non mi piace apparire, ma ci tengo che la gente capisca i sacrifici che facciamo per addestrare i cani e la fatica che si fa per insegnarli a salvare le vite”.
La storia di Camilla ha commosso l’Italia intera. Purtroppo, ha perso la vita mentre stava ricercando un uomo scomparso dopo il terremoto ad Amatrice.
Nicola racconta: “Mi sono preoccupato, ma poi l’ho vista correre e cercare come una matta, sembrava stare bene.”
Camilla aveva una lesione interna: i veterinari hanno tentato di fare il possibile, ma è collassata poche ore dopo.
“Ci tengo a ringraziare di cuore i mie colleghi del nucleo cinofili che sono arrivati subito per aiutarla con le trasfusioni. Zimmer, il cane con il quale Camilla ha iniziato a lavorare, è stato il primo a donarle il sangue. Ho ricevuto moltissimi messaggi ed ho percepito la gratitudine della gente per il nostro lavoro, ma sono arrivate anche critiche ed insulti.”
“C’è chi accusa i conduttori dei cani da soccorso di maltrattarli e di costringerli a fare qualcosa. Non c’è un’idea più sbagliata di questa però: i cani del nucleo cinofilo dei vigili del fuoco non vivono in caserma, ma insieme ai loro conduttori. Camilla era il mio cane di casa: era sempre insieme a me, anche in vacanza. L’ultima cosa che avrei voluto è che un membro della mia famiglia morisse su un intervento”.
Una statua a Camilla
Nicola ha deciso di parlare anche sui metodi di addestramento. “Ogni cosa passa attraverso il gioco, senza coercizione. Si crea un rapporto di fiducia reciproca tra cane e conduttore e così si costruisce la base per salvare delle vite”.
“Di recente è uscita una proposta per stabilizzarci e questo ci fa ben sperare. Credo che la nostra sia una macchina eccezionale: cerchiamo di rispondere a tutte le chiamate, siamo sempre pronti a partire coi nostri cani, in qualsiasi momento, come se fossimo parte del personale permanente.
Il rovescio della medaglia però è che, a fronte di una disponibilità totale, siamo precari, non abbiamo un contratto e siamo tenuti a rispettare anche molti obblighi. Per esempio ci addestriamo con altissima frequenza e acquistiamo i cani a nostre spese.
Speriamo che, anche alla luce dell’importante lavoro svolto negli ultimi mesi in diverse emergenze come il terremoto e, per esempio, la tragedia del Rigopiano, qualcosa si muova presto” conclude Nicola Ronga. Ora, la Statua a Camilla è il suo ricordo più personale.