Approvata la legge sul randagismo, adesso in Sicilia nasce un’anagrafe regionale. E’ questa l’ultima novità che è arrivata proprio nelle scorse ore. Secondo le nuove regole, ci sarebbe l’obbligo di registrazione in una banca dati contestuale alla microchippatura. Previsto anche il divieto assoluto di ingresso per i cani padronali che provengono da altre regioni e che non sono identificati.
E’ così arrivata nei giorni scorsi la decisione ufficiale, dopo la presentazione del disegno di legge che prevede norme per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo.
Approvata la legge sul randagismo, nasce un’anagrafe regionale in Sicilia
Come abbiamo già anticipato, verrà istituito un’anagrafe canina regionale. Sarà obbligatorio così registrare in una banda dati contestuale alla microchippatura.
Inoltre, non potranno entrare nella regione cani padronali che provengono da altre regioni e che non sono stati identificati. Ovviamente bisogna fare una differenziazione tra ricovero e rifugio.
Tutti i cani saranno sterilizzati e poi curati e assistiti all’interno dei rifugio pubblico o comunque privati convenzionati e trasferiti poi nei ricoveri o nel parco ricoveri prima di essere adottati qualora non possano essere riammessi in territorio.
“E’ stata finalmente approvata la legge sul fenomeno del randagismo in Sicilia, che risolverà il problema dei cani abbandonati nell’Isola. Ringrazio per il lavoro svolto il presidente, Tommaso Calderone, il vicepresidente Salvatore Siragusa, la commissione tutta e Giovanni Giacobbe, il consulente da me chiamato. Era una norma a cui ho tenuto fin dal primo giorno di questa legislatura, tant’è che decisi di istituire la Commissione speciale d’inchiesta sul fenomeno del randagismo in Sicilia”.
Queste le parole del Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè. Con questa nuova legge si aiuteranno tutti i comuni a trovare delle risorse per poter gestire al meglio questo fenomeno e risolvere questo fenomeno preoccupante del randagismo, non soltanto da un punto di vista culturale ma anche sanitario.
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