Parliamo del bonus moneta elettronica, l’ultimo tentativo di truffa che ha preso sempre più piede, soprattutto in Veneto.
Che nel mondo moderno le truffe siano dietro l’angolo, non è certo una novità. Soprattutto nel mondo di Internet e degli acquisiti online, dove quasi sempre la fiducia è il pilastro portante.
Il bonus moneta elettronica, invece, è una truffa che si basa sulla disinformazione. Vediamo insieme come funziona e soprattutto come possiamo difenderci.
Bonus moneta elettronica: come difendersi dalla nuova truffa
A parlarne per primo è stato il quotidiano finanziario elettronico Investire Oggi. Si tratta, come detto, di una frode che ha fatto molte vittime in veneto.
La procedura è piuttosto semplice. I cittadini trovano nelle cassette della posta delle lettere con il logo ufficiale della Regione Veneto.
All’interno delle lettere, le persone vittime della truffa trovano informazioni riguardo al fantomatico bonus moneta elettronica, ovvero un contributo di 1000 euro stanziato dalla Regione in favore dei cittadini.
Come riceverlo? Facilissimo, basta dare 500 euro in contanti al presunto incaricato regionale che nei giorni successivi passerà a ritirarli.
Insomma, dare 500 euro per riceverne 1000, un vero affare. Peccato che, ovviamente, non ci sia niente di vero. La formula prevede che ogni cittadino possa andare a ritirare la propria card presso gli uffici postali.
Nei giorni successivi la ricezione della lettera, il cittadino prescelto riceverà una telefonata in cui verrà avvisato del passaggio dell’incaricato regionale.
Può sembrare una cosa banale, eppure anche in questo caso la disinformazione la fa da padrona. Sembra, infatti, che questa particolare truffa abbia già fatto alcune vittime.
Anche la Regione Veneto è intervenuta al riguardo, dichiarando che questo particolare bonus non esiste. Non solo si invitano i cittadini a non dare soldi in contanti a nessuno ma anche a denunciare la situazione.
Il timore è ovviamente che questa truffa possa diffondersi anche nel resto d’Italia. Ma a proposito di manovre del Governo (quelle vere!), sapete che molto presto potrebbe arrivare l’obbligo della PEC per gli automobilisti?
Photo evidenza via: quifinanza.it