Il bruciore vaginale, noto anche con il termine vulvodinia, è una patologia esclusivamente femminile che va curata con la massima attenzione. Questa patologia colpisce molte donne, sin dalla pubertà e perfino nella menopausa, e può presentarsi in forma passeggera ma talvolta può anche essere persistente.
Conoscere a fondo questo disturbo consente di capire cosa fare per non far degenerare una semplice infiammazione in qualcosa di più serio. Ecco tutto ciò che devi sapere sul bruciore vaginale.
Bruciore vaginale: come riconoscere i sintomi
Individuare i sintomi del bruciore vaginale è fondamentale per prendere immediatamente le dovute precauzioni. Il disturbo della vulvodinia affligge per la maggior parte dei casi donne in età fertile e il sintomo più frequente è un dolore localizzato a livello dei genitali esterni, spesso interpretato dalle donne come un fastidioso bruciore. In alcuni casi possono anche verificarsi delle perdite.
Questo tipo di dolore può durare anche diversi mesi e perfino anni e può sparire all’improvviso. L’area dove si presenta il dolore appare a tratti gonfia e infiammata, e fare una diagnosi precisa non è facile. Il disturbo vaginale può comparire in seguito all’utilizzo di tamponi vaginali o di una visita ginecologica o ancora in seguito ad un rapporto che può causare lesioni sui nervi intorno alla vulva.
Bruciore vaginale: come curarli
Per trattare il bruciore vaginale si può ricorrere ad alcuni rimedi che possono migliorare la qualità della vita di coppia. Ad esempio, per attenuare il dolore è consigliabile fare bidet di acqua tiepida e bicarbonato, evitare di indossare capi attillati e portare mutandine traspiranti e di colori naturali.
Evitare anche di praticare sport che possono dare fastidio alla parte colpita, quindi niente equitazione e ciclismo. Non fare bagni caldi e utilizzare del lubrificante per alleviare i sintomi di prurito e dell’infiammazione. Ottimi anche alcuni esercizi utili a rafforzare la zona pelvica.
Di Cettinella 21 /01/2017 © Riproduzione Riservata