“Bud Spencer era mio padre, lo dimostrerò in Tribunale”, queste sono alcune delle affermazioni lanciate da Carlotta Rossi. Quest’ultima durante la giornata di ieri ha scatenato un vero e proprio caos per via delle sue parole nei confronti del grandissimo attore.
A distanza di 6 anni dalla morte di Spencer, la donna ha deciso di avviare un iter giudiziario per cercare di ottenere il riconoscimento di paternità. Carlotta infatti, ha affermato in più occasioni di essere la figlia di Bud e di quanto abbia sofferto nel non poterlo dire al mondo intero.
La donna ha spiegato di aver mantenuto il silenzio per tutti questi anni a seguito di una promessa fatta alla madre in punto di morte. Ora però, le cose sono completamente diverse e Carlotta Rossi si è così rivolta al Tribunale di Roma per il riconoscimento di paternità,
Inoltre, la 46enne non ha nessuna intenzione di fermarsi chiedendo il risarcimento nei confronti degli eredi per i danni subiti in questi negli anni in cui l’attore era vivo. Moltissimi dettagli che Carlotta ha raccontato di recente, sono presenti anche all’interno del suo libro ‘A Memoria’ in cui parla di suo padre Spencer.
“Bud Spencer era mio padre”: Carlotta Rossi rompe il silenzio
Di recente Carlotta Rossi ha così rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, spiegando la decisione presa solo dopo il sesto anniversario della morte di Spencer. Sono ora, a distanza di anni la donna ha deciso di procedere con il suo riconoscimento di paternità ed ha spiegato il motivo per il quale, ha preso questa decisione.
La 46enne ha così affermato: “Non c’è un motivo per cui ho deciso adesso di avanzare le mie richieste in Tribunale e di raccontare in un libro il grande amore che ha legato mia madre a mio padre. Oggi sono pronta, prima no. E mi sento affrancata dalla promessa fatta a mia madre, mancata il 9 novembre 2015, che non avrei mai detto a nessuno chi era mio padre”.
Carlotta Rossi ha proseguito spiegando: “Di mio padre non avevo il numero privato, era sempre lui a chiamarci. Quando è morta mamma ho telefonato a Giuseppe Pedersoli, il suo primogenito, di cui mi ero procurata il numero. La telefonata è durata 30 secondi, il minimo indispensabile”.
Fin da piccola la donna ha dovuto, a gran fatica, nascondere chi fosse realmente suo padre nonché icona del piccolo e grande schermo. Quest’ultima avrebbe tanto voluto poter vivere all’interno di una famiglia normale, composta da sua mamma ma anche da suo papà Bud Spender.
Carlotta non ha neanche potuto dargli un ultimo saluto da vera figlia: “Sono andata soltanto in Campidoglio, ho fatto la fila come tutti, accanto a ragazzi che avevano tatuato il suo nome e quello di Terence Hill sul braccio”.