Il Festival di Sanremo è da sempre uno dei festival musicali più amato, atteso e sicuramente discusso dell’anno. Proprio come gli anni precedenti, anche il 2023 non ha fatto eccezione, con una polemica che riguarda uno dei personaggi più conosciuti del mondo del cinema e dello spettacolo: il cachet di Roberto Benigni.
L’apparizione di Roberto Benigni La grande intelligenza e l’oratoria dell’attore lo rendono ogni anno uno dei protagonisti indiscussi sul palco dell’Ariston, e quest’anno non ha fatto eccezione.
Benigni ha divertito e incantato con un bellissimo monologo, dedicato alla costituzione, che quest’anno compie ben 75 anni. Alla nostra costituzione ha dedicato un bellissimo discorso, raccontando che è stata scritta da visionari e che l’ultima pagina è stata lasciata bianca perché noi potessimo un giorno riempirla.

La polemica sul cachet di Roberto Benigni
Come abbiamo detto, il palco dell’Ariston è un luogo in cui si ride, ci si diverte e, ogni tanto, scende qualche lacrima di commozione, ma la polemica è sempre dietro l’angolo e, anche quest’anno, riguarda il cachet di Roberto Benigni.
La questione sollevata dall’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, che ha spinto alla Rai di rivelare al popolo italiano quale sia effettivamente il cachet di Roberto Benigni.
Ogni anno i produttori del Festival di Sanremo si rifiutano di fornire queste informazioni che per ultimo dure, sarebbe inferiore ai 300mila euro. Questa volta l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi sembra particolarmente agguerrita.
Quest’ultima infatti, come riportato da Andkronos ha affermato: “Crediamo sia giusto in questo momento di grande difficoltà economica per il paese garantire massima trasparenza ai cittadini che finanziano la Rai attraverso il canone. E rendere pubblici i compensi che la Rai riconosce ad ospiti di eccezione come Roberto Benigni. E se non otterremo risposta siamo pronti a presentare una formale istanza d’accesso alla Rai e una segnalazione alla Corte dei Conti.”
Queste le decise parole dell’Associazione, che conclude il suo discorso con una (neanche troppo velata) stoccata: “Anche perché per leggere la Costituzione non serve Benigni, e i cittadini possono provvedere anche da soli. Acquistandone una copia a pochi euro.”