Dopo il terremoto di magnitudo 4.0 avvenuto ai Campi Flegrei, a Napoli, è stata presa la decisione di ricreare una zona rossa. Questo, perché secondo alcuni esperti potrebbero verificarsi altre scosse di forza uguale o maggiore.
Inoltre, per le zone che non hanno un alto rischio ma che si trovano nell’area colpita, hanno deciso di prescrivere delle zone gialle in cui effettuare degli spostamenti, se necessario. Oltre che sfruttare altri quattro livelli di allerta.
Per fare questo, è stato disposto dalla Protezione Civile un Piano nazionale per i Campi Flegrei, in modo che in caso di scenari gravi ci sia un metodo di trasferimento gestito al meglio si sfrutterebbe per episodi come forti terremoti o l’eruzione del Vesuvio.
Campi Flegrei terremoto, piano di evacuazione: “Zone gialle, rosse e trasferimenti”

Secondo il documento, la mappa comprende un’area che copre da Napoli fino al litorale partenopeo, fino all’entroterra dell’hinterland ai territori di Villaricca, Melito o Casavatore. Nella zona rossa, cioè la più esposta a frammenti vulcanici, cenere e valanghe, sono compresi i Comuni di Napoli e alcune municipalità.
La prima fase è quella di “allarme”, con la quale si avvierebbe lo spostamento delle persone dalle zone più a rischio. Essi avverranno tramite dei trasporti specifici che porteranno la popolazione verso le zone sicure.
Nelle province gemellate saranno organizzati i punti di prima accoglienza, mentre per chi decide di spostarsi con i propri mezzi di trasporto, dovrà seguire i percorsi allestiti tramite il piano di allontanamento.
La zona gialla è direttamente esterna alla zona rossa, cioè quella che in caso di eruzione, sarebbe colpita dalle ceneri vulcaniche. Per questa zona potrebbero esserci degli allontanamenti momentanei per la popolazione.
Mentre, i 4 livelli di allerta descrivono per i Campi Flegrei, lo stato di attività del vulcano ed il tempo che precede una possibile accensione dell’attività eruttiva. Inoltre, è presente una fase di “preallarme”, che le persone dovranno sfruttare per allontanarsi in modo autonomo.
In caso di “allarme” tutta la popolazione sarà obbligata a lasciare la zona rossa, scegliendo se farlo in modo autonomo o assistito. Questa operazione dovrà essere compiuta in 3 giorni. Nelle prime 12 ore le persone dovranno prepararsi e gli agenti dovranno preparare la regolazione del traffico.
Le successive 48 verranno utilizzate per far partire in contemporanea ma in blocchi, della popolazione di tutti i Comuni della zona rossa. Infine, le ultime 12 ore, delineano un margine di sicurezza per gestire le eventuali criticità, oltre che per consentire l’allontanamento degli operatori della protezione civile.