Il caso di Saman Abbas prosegue con il processo che sembra passo dopo passo portare alla verità tanto attesa. Tutta Italia ormai da più di un anno sta seguendo con grande clamore e interesse la tragedia della ragazza che ha perso la vita a soli 18 anni.
In questi giorni e in quelli che verranno si sta tenendo all’interno del tribunale di Reggio Emilia le udienze che, potrebbero portare ad un importante svolta nel caso. Questa sera però, all’interno del programma di “Quarto Grado” condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero verranno mandate in onda delle affermazioni inaspettate.
Questa volta a parlare è l’avvocato del padre che da mesi è accusato insieme alla madre, allo zio e ai cugini di aver tolto la vita alla giovane Saman. A rivelare nei mesi scorsi dove si trovava il corpo privo di vita della 18enne era stato lo zio accurato anche lui come il resto della sua famiglia.
All’interno del programma “Quarto Grado” però, il giornalista ha mostrato a tutta l’Italia le parole dette dell’avvocato del padre. Quest’ultima inaspettatamente ha affermato come la famiglia non c’entri nulla e come il colpevole possa essere proprio il fidanzato di Saman Abbas.
Caso Saman Abbas, l’avvocato del padre: “Il fidanzato potrebbe essere il colpevole”

Delle affermazioni del tutto inaspettate quelle dette da Akhtar Mahmood, l’avvocato di Shabbar Abbas nonché padre della vittima. Quest’ultimo infatti, ha lasciato l’intero pubblico di stucco proprio come riporta Adnkronos: “La ragazza è stata rapita e uccisa. I genitori non c’entrano nulla e neanche la famiglia”.
“È stato incolpato lo zio Danish, ma al momento né noi né voi possiamo dire cosa sia successo realmente. Per noi i colpevoli sono il fidanzato di Saman. Oppure qualcuno della comunità italiana” prosegue l’avvocato del padre a distanza di una settimana dall’inizio del processo.
Il padre, anche lui accusato come il resto della famiglia si trova al momento in Pakistan in attesa di estradizione ma per lui ha parlato il suo avvocato. Quest’ultimo prosegue affermando: “Saman aveva detto ai genitori: ‘andate in Pakistan e io vi raggiungerò là…’. È stata rapita!”.
“Lo Stato italiano ha forzato Saman a finire la scuola ed è stata portata in questa comunità, dove non si sapeva che tipo di persone ci fossero. Ripeto: si punta il dito contro la famiglia senza avere prove”.
Inoltre, per quanto riguarda la preoccupazione della ragazza nei confronti dei familiari il legale ha terminato: “Non sono vere prove. Il fidanzato ha detto che Saman non aveva il telefono. Forse lui stesso ha voluto far togliere la vita alla fidanzata. Bisognerebbe indagare anche su di lui. Se Saman non aveva il telefono, come sono stati inviati quei vocali? Quegli audio non sono prove”.