“Chiunque può avere un figlio” è un inno, una lettera commovente a tutti i padri non biologici. L’ha scritta una ragazza di nome Katelyn. Lei ha conosciuto il padre quando aveva nove anni. Non era, tuttavia, il suo “padre biologico”, bensì il nuovo compagno della mamma. Ma questo a Katelyn non importa. Perché lui c’è sempre stato: c’è stato quando ha avuto bisogno di aiuto, quando è caduta, quando si è ribellata.
La lettera, pubblicata su Facebook, è rivolta al padre Lance, il marito della mamma e il padre acquisito. Lance l’ha cresciuta esattamente come fosse sua figlia. Non ha mai fatto distinzioni tra Katelyn e i figli avuti con la moglie. Mai. Perché per lui erano una grande famiglia.
“Mi chiedo cosa stessi facendo il giorno in cui sono nata. Scommetto che, come una mattina qualunque, ti sarai recato al lavoro, avrai mangiato un burrito a pranzo e alla sera avrai bevuto qualcosa in compagnia dei tuoi amici.
Non sapevi che a migliaia di chilometri di distanza la tua futura moglie avrebbe dato alla luce tua figlia più grande”.
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“Non sei mio padre biologico, non porto (ancora) il tuo cognome e non assomiglio a te quand’eri giovane.
Chiunque può avere un figlio e inserire un cognome su un certificato di nascita, ma ci vuole un uomo vero come te per crescere e prendersi cura al meglio di un bambino che non è suo. Donarmi il tuo amore è stata una scelta. Hai raccolto i miei cocci rotti quando mio padre biologico mi aveva ridotto in pezzi. Ogni abbraccio ha contribuito a rincollarli insieme”
So che un vero uomo non mi scoraggerà, non abuserà di me verbalmente o fisicamente, non mi farà sentire inadeguata e insufficiente”.
Una grande storia, una famiglia unita, un padre vero e una figlia che ama la sua figura. Da condividere e da leggere.