A distanza di tantissimi anni dalla morte dei due fratellini Ciccio e Tore, papà Filippo Papparlardi lancia un vero e proprio appello alle persone che sanno qualcosa. La tragedia che ha visto protagonisti i due piccoli ha segnato particolarmente tutta l’Italia che ha seguito per circa due anni la vicenda che li rappresentava.
I due fratellini di Gravina in Puglia erano scomparsi nel 2006 per poi essere ritrovati ormai privi di vita nel lontano 2008. A distanza di anni ha parlare ancora una volta di quanto accaduto è il genitore che, non si è mai arresto e cerca la verità su cosa è realmente accaduto quel tremendo giorno.
A distanza di 16 anni da quel momento che ha segnato per sempre la vita dei famigliari, Filippo Papparlardi ha rotto il silenzio all’interno della trasmissione di Storie Italiane. In onra su Rai 1, quest’ultimo ha lanciato un ancorato appello nei confronti di tutte le persone che sanno ma che ad oggi, non hanno mai parlato.
Ciccio e Tore, l’appello di papà Filippo: “Chi sa cosa è successo parli”

All’interno della trasmissione condotta da Eleonora Daniele, Filippo Papparlardi ha lanciato così un messaggio a tutte le persone che conoscono la verità. Quest’ultimo infatti, sogna ormai da anni di poter finalmente scoprire e avere la giustizia che i due fratellini meritano.
“In qualità di genitore voglio la verità su cosa è successo quella sera ai miei figli perché non si può vivere tutto questo tempo senza sapere nulla. Se qualcuno sa qualcosa parli per arrivare alla verità” afferma il genitore.
Insieme a lui presente in studio anche l’avvocato Maria Gurrado che, ha sottolineato come all’interno della Procura sarà richiesta l’apertura delle indagini. È proprio lei ad esordire affermando: “Siamo alla ricerca di qualcuno che parli e che sa cosa sia successo quella sera ai fratellini di Gravina”.
“È passato del tempo e dal punto di vista giudiziario i bambini che erano con loro non rischiano nulla, all’epoca non erano neanche imputabili in quanto minori di 14 anni. Tutti i reati sono prescritti, ma abbiamo sete di verità” replica l’avvocato.
Proseguendo ha spiegato: “Sinora si è indagato solo in direzione di Filippo Pappalardi. Noi chiediamo di rivedere a 360 gradi cosa è successo. Già nel 2014 ci abbiamo provato ma poi la richiesta è stata archiviata perché secondo i giudici non sarebbe stato utile sentire quei ragazzini che giocavano con i fratellini perché era passato troppo tempo e i loro ricordi avrebbero potuto essere confusi”.