Clima e Coronavirus. Tutto il mondo sta vivendo un momento particolarmente difficile a causa della diffusione del coronavirus.
In questi giorni difficili da un punto di vista sanitario, la ricerca scientifica va avanti per di studiare al meglio la struttura del virus Sars-Cov-2 e cercare di capire il comportamento anche su un fronte climatico.
Gli studiosi stanno studiando le statistiche dei luoghi dove si sta diffondendo di più per capire se con l’arrivo dell’estate e della alte temperature, il virus possa subire un calo della sua aggressività.
Clima e Coronavirus: Il covid-19 predilige il freddo?
Dagli ultimi studi effettuati è emerso che circa il 90% dei contagi nel mondo è avvenuto in zone con un range di temperatura che oscilla tra i 3° e i 17°. Il tasso di umidità assoluto era compreso tra i 4 e i 9 grammi per metro cubo.
Le aree geografiche che tra gennaio e marzo hanno avuto una temperatura media superiore ai 18° hanno registrato un numero molto basso di contagi, inferiori al 6%.
Ovviamente il virus si diffonde anche nei paesi caldi, ma secondo lo studio fatto dai ricercatori del MIT, in quelle zone la trasmissione del virus sembra essere più lenta rispetto ad aree con una temperatura più fredda.
Quindi il caldo potrebbe diventare un potenziale ostacolo alla diffusione del covid-19. Virus che fa parte della famiglia dei coronavirus, la stessa alla quale fanno parte anche i virus influenzali.
Questi nella stragrande maggioranza dei casi perdono la loro potenzialità con il caldo perché alcune parti della loro struttura vengono danneggiate con le alte temperature, come riporta 3Bmeteo.
Coronavirus: l’estate potrebbe venirci in soccorso?
Nonostante le ricerche ad oggi non è ancora possibile stabilire con certezza se con l’avvento dell’estate il virus sopratutto in Europa possa subire un depotenziamento.
E’ plausibile che analogamente agli altri membri della famiglia dei coronavirus anche il covid-19 possa subire un rallentamento nei mesi più caldi.