Coronavirus scenari futuri. Uno studio pubblicato sulla rivista Science ha voluto rendere noto alcuni possibili scenari futuri per l’epidemia di coronavirus.
Secondo gli esperti il covid-19 potrebbe diventare stagionale, un po’ come l’influenza con il risultato che potremmo avere nuovi focolai ancora per un po’ di tempo, in particolare nei periodi invernali.
Il distanziamento sociale sarà fondamentale per contenere la diffusione del contagio. Una sua revoca potrebbe rischiare di rimettere in difficoltà il sistema sanitario. Per questo si prevede un suo utilizzo intermittente almeno fino al 2022.
Gli scienziati si sono chiesti quanto a lungo resterà in circolazione il virus. Analizzando le stime della diffusione e incrociando i dati sono arrivati a formulare uno scenario potenziale per almeno i prossimi 5 anni.
Secondo gli esperti quando le misure di distanziamento verranno revocate, il contagio potrebbe tornare a diffondersi. Sarà necessario quindi proseguire con queste misure a intermittenza ancora a lungo.
Coronavirus scenari futuri: quali sono
Inoltre servono al più presto studi sierologici per far luce sulla durata dell’immunità acquisita dai pazienti, sulla quale si sa poco o nulla al momento, come riporta Today.
E’ improbabile al momento che il covid-19 imiti il cugino Sars di qualche anno fa che si risolse dopo una breve pandemia. Secondo la scienza, lo scenario stavolta è un altro.
Il coronavirus sarebbe diventato più contagioso una volta arrivato in Europa e Nord America. Lo sostengono scienziati dell’Institute of Human Virology (Ihv) dell’Università del Maryland. In particolare gli scienziati hanno notato una mutazione del virus nei ceppi isolati in Europa e America, che risulta assente nei ceppi asiatici.
La mutazione in grado di differenziare il ceppo europeo-nord Americano da quello asiatico è avvenuta all’interno della polimerasi Rna dipendente, un enzima funzionale alla replicazione del virus.
Questa mutazione spiegherebbe la rapidità e la maggior propagazione del virus in Europa e Nord America rispetto all’Asia. Tali scoperte risultano importanti per lo studio di future strategie terapeutiche.