Covid, allarme dei medici. E’ entrato in vigore da oggi il nuovo DPCM annunciato ieri dal premier Giuseppe Conte contenenti misure più restrittive per cercare di arginare la crescita del contagio da covid in Italia.
Riassumendo, i punti più importanti riguardano la chiusura di bar, ristoranti, pizzerie e gelaterie alle ore 18. Poi la chiusura di cinema, teatri, sale scommesse, palestre, piscine e centri estetici. Inoltre confermata la limitazione della mobilità dalle 23 alle 5 del mattino.
Misure intraprese per tentare di raddrizzare la curva al rialzo prima di una scelta drastica come un nuovo lockdown. Il timore però dei medici e degli infettivologi è che queste misure non possano bastare con la curva che pare ormai fuori controllo.
“Questo è l’ultimo tentativo del governo prima di un inevitabile lockdown totale, se non dovessero funzionare” – ha detto Filippo Anelli presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo).
Quella del governo, rileva “è una grande scommessa per mantenere insieme produzione e tutela della salute, ma se nel giro di 15 giorni gli indicatori peggioreranno, credo sia responsabilità del governo adottare misure ancora più drastiche con un lockdown totale”.
Covid, allarme dei medici: situazione negli ospedali gravissima
Carlo Palermo, il segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri parla invece già di situazione gravissima negli ospedali. “Pronto soccorso e reparti sono ormai intasati ed il 118 subissato di chiamate. Con questo ritmo di contagi entro la seconda settimana di novembre si satureranno le terapie intensive” – ha detto lanciando l’allarme.
Anche secondo Palermo, il dpcm è “un punto di equilibrio tra esigenze economiche e sanitarie, ma potrebbe non bastare perchè la pressione sugli ospedali sta diventando insostenibile, dal momento che è praticamente saltata la possibilità di contenimento dell’epidemia attraverso i servizi territoriali”.
Intanto oggi è previsto un nuovo tavolo tra i sindacati dei medici e le regioni. Da definire meglio le strategie future come l’utilizzo dei tamponi rapidi anche negli studi dei medici di famiglia e le novità contrattuali.