Dal 1 Aprile 2020 cambia tutto, scompare l’indicazione di origine della pasta, del latte, del riso e non solo. Fino ad oggi, quando acquistiamo un prodotto alimentare, l’etichetta di origine c’è sempre stata, ma ci sono dei cambiamenti in vista.
Le regole sulle etichette alimentari, infatti, subiranno una variazione. I produttori dovranno indicare le origini degli ingredienti specificatamente in determinati casi. L’origine degli ingredienti ha sempre tranquillizzato il consumatore.
Per esempio, nel momento in cui acquistiamo un pacco di pasta o di riso, sappiamo se quel prodotto è realizzato in Italia o con ingredienti importati. Il regolamento che si occupava di questo caso nello specifico era il 1169 risalente al 2011.
Tuttavia, il regolamento finisce esattamente il 31 Marzo del 2020. Adesso, siamo di fronte a delle possibili strade: il governo italiano può decidere o meno se adottare la nuova etichettatura dell’Unione Europea o proporre la propria.
La nuova etichettatura europea, infatti, si rifà al regolamento esecutivo UE 775/2018. Questo regolamento ci spiega che, a parte alcuni casi, non è obbligatorio riportare l’indicazione di origine degli ingredienti.
Dal 1 Aprile cambieranno le etichette di origine sui prodotti alimentari
Attualmente, non tutti gli stati hanno deciso di approvare l’etichettatura europea. Per esempio, il Lussemburgo, così come la Germania, hanno deciso di rigettarla e di proporre la propria tipologia di etichettatura. La Francia ha chiesto invece una proroga.
Quando invece diventa necessario applicare la provenienza degli ingredienti in base al regolamento europeo? Se su un pacco di riso o di latte, vediamo una bandiera che potrebbe confonderci sulla provenienza, è obbligatoria l’etichetta.
Questo è importante, perché non è giunto ingannare il consumatore sulla possibile provenienza di determinati prodotti. Se un alimento è italiano, inglese o tedesco, e c’è la bandiera o un paese rappresentativo, dovrà essere specificato.
Per adesso, non è ancora chiaro cosa farà il governo italiano. Si potrà richiedere una proroga per perfezionare il regolamento, oppure proporre il proprio. A tutti gli effetti, per il consumatore è importante sapere cosa mangia.
Siamo abituati a controllare la provenienza di origine dei prodotti quando facciamo la spesa. Questa etichetta ci ha sempre rassicurati. I prodotti DOP, IGP e STG invece non subiranno cambiamenti, ma potranno continuare a riportare le proprie etichette.
L’ articolo cosi’ come l’interpretazione della nuova legge e’ fuorviante. Se non c”e’ l’obbligo non significa che l’etichettatura riportate l’origine delle materie prime debba perforza sparire. Credo che I produttori possano decidere cosa fare..mentre sta a noi consumatori leggere di piu’ prima di comprare e lasciare la roba sugli scaffali se non capiamo la provenienza
Ciao Giorgio, è proprio in virtù delle polemiche sulle etichette e sui marchi italiani – spesso contraffatti e proposti anche nel resto d’Europa – che è necessario invece non avere una legge fuorviante a riguardo. Come si suol dire, fatta la legge, trovato l’inganno. Questo porrebbe i produttori nella totale libertà di non inserire la provenienza degli ingredienti, mettendo in dubbio il consumatore. Io, che sono una consumatrice media, come del resto tutti noi, preferirei invece che la legge fosse molto più esplicita di così, senza lasciare nulla al caso. I produttori onesti ci sono, ma sappiamo al contempo che non tutti seguono le direttive e ascoltano i consumatori. Non sarebbe meglio che il governo italiano si esprimesse con la propria proposta? Questo è il succo.