In questi giorni in cui è avvenuta l’incoronazione di Re Carlo III si è tornato a parlare dell’indimenticabile e meravigliosa Lady Diana. Quest’ultima come tutti noi sappiamo, ha perso la vita nel famoso incidente d’auto a Parigi, avvenuto precisamente nel tunnel che sottostata al Pont de l’Alma.
Una tragedia che tutt’ora ha segnato tutto il mondo che amava particolarmente la dolce, la lealtà e la sincerità della grandissima Lady D. Nella giornata di ieri però, a parlare nuovamente di lei con teorie inaspettate e con confessioni importanti in merito alla sua morte, è stato Vittorio Sabadin ovvero l’esperto della Famiglia Reale.
Quest’ultimo è intervenuto all’interno della trasmissione di Domenica In rilasciando importanti dichiarazioni che nessuno si sarebbe mai aspettato. Rispondendo ad alcune domande poste da Mara Venier, l’esperto si è così lasciato andare spiegando alcune dettagli sull’incidente di Lady Diana.
Diana, la verità sulla morte da parte dell’esperto della Famiglia Reale

La scomparsa di Lady Diana ha segnato profondamente tutta la Casa Reale ma anche le persone sparse per tutto il mondo che avevano imparato ad amarla. Da sempre il suo modo di fare, la sua gentilezza verso il popolo e la grande lealtà le hanno dato la possibilità di diventare la “Regina del cuore” di tutto il mondo.
Una morte che nessuno ha ancora metabolizzato e sul quale si cela ancora un grandissimo mistero. A rilasciare delle importanti dichiarazioni è Vittorio Sabadin nonché l’esperto della Famiglia Reale.
Quest’ultimo ha voluto affermare a Domenica In: “È stata uccisa dall’apparato di sicurezza degli Al-Fayed che hanno permesso che lei e Dodi uscissero quella sera con una macchina che nessuno voleva guidare perché aveva avuto un incidente ed era estremamente insicura”.
“Poi, alla guida non c’era un autista ma una guardia della sicurezza che aveva bevuto perché aveva finito il suo turno. Quell’auto si è infilata nel tunnel più pericoloso di Parigi a 160 km all’ora e questa è la ragione per la quale Diana ha perso la vita. Non erano assediati da nessuno, non c’erano moto vicine all’auto perché erano molto distaccate”.