Quando muoiono i nostri genitori, la nostra vita cambia radicalmente. Diventiamo noi stessi genitori. Ma lo diventiamo anche prima. Perché nell’età anziana, le cose cambiano inevitabilmente. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini, le azioni nei loro confronti, i gesti.
Spesso, si sente la frase “una madre può crescere cento figli, ma cento figli non sanno crescere una madre.” Ebbene, dovremmo, invece, farlo. Nei confronti di nostra madre e di nostro padre. Perché non possiamo lasciarli da soli.
La vecchiaia è l’ultima tappa: rendiamogliela bella, così come loro hanno reso la nostra vita speciale. Non facciamoli sentire di troppo. Condividere questo momento con i genitori e i nonni significa condividere una necessità di affetto che, in qualche modo, simboleggia l’inizio di un addio.
Diventiamo tutti genitori: “Quando sarò vecchio”
Quando perderò la memoria o il filo del discorso, dammi il tempo necessario per ricordare. Quando non potrò mangiare da solo, non riuscirò a controllare o non potrò alzarmi, aiutami con pazienza.Non disperarti quando sarò vecchio e avrò gli acciacchi. Non vergognarti di me.
Aiutami ad uscire da casa a prendere aria fresca, a contemplare la luce del sole. Non ti scocciare perché cammino lento, non ti esasperare se grido, piango o ti assillo con battaglie del passato e del presente.
Ricorda che il tempo che ho passato ad insegnarti queste stesse cose è lo stesso di cui ho bisogno perché tu mi sostenga.
Ho una nuova missione in famiglia, per questo ti chiedo di non sprecare l’opportunità che ci è stata data. Amami quando sarò vecchio, perché sarò sempre io, anche se i miei capelli avranno il colore dell’argento.
Dire addio alla vita
A scrivere questo pezzo è Fabricio Carpinejar, uno scrittore brasiliano. Ci ha insegnato cosa significa diventare anziani, ma soprattutto diventare genitori dei nostri genitori. Non è un momento facile, perché in cuor nostro ci prepariamo a dire loro addio.
Quando i nostri padri invecchiano, cominciano a camminare piano, a dimenticare le cose. Sono lenti, spesso non ricordano le parole, camminano nella nebbia. E le nostre madri, che ci hanno cresciuti, insegnato a parlare, hanno bisogno di nuovo di stringerci la mano.
La vecchiaia dei nostri genitori ci cambierà. Dovremo seguirli, aiutarli a prendere le medicine, a lavarsi, a vivere. E noi ci sentiremo i loro genitori, ricorderemo quando eravamo bambini, piangeremo in un angolo pensando al momento dell’addio.
L’anziana età cambia una persona. Non è più sicura di sé, ha bisogno di alcuni aiuti, per sostenersi, per ricordarsi. Talvolta, ci si sente estranei nei posti conosciuti o con la propria famiglia. Tutto cambia, e dobbiamo essere noi figli a rendere il loro viaggio migliore.
A quel punto, dobbiamo cominciare a prevedere i loro bisogni. Quando nasce un bambino, mettiamo in sicurezza la casa, e avviene la stessa cosa quando abbiamo un genitore anziano. Pensare con cosa può farsi male, o come poterlo aiutare in una difficoltà.
Non saremo mai più gli stessi dopo che se ne saranno andati. Non è facile perdere i genitori. Abbracciamoli, diciamo loro che siamo qui, che non ce ne andremo. Stringiamogli la mano, in questo lungo viaggio chiamato addio.