Don Georg da sempre ha affiancato l’indimenticabile Papa Benedetto XVI nel suo ruolo di ex segretario. Un’amicizia che andava ben oltre il “lavoro” e che aveva portato quest’ultimo ad essere un vero fratello per il Pontefice.
Per la prima volta quest’ultimo ha deciso di rilasciare una lunga intervista all’interno del programma firmato Mediaset, lasciandosi andare ad alcuni dettagli inaspettati. L’arcivescovo Georg Gaenswein questa volta non è riuscito a trattenere l’emozione parlando del Papa ormai scomparso da diversi mesi.
Una morte arrivata dopo una lunga malattia a cui Don Georg ha sempre alleviare con le sue parole di affetto e grande amore. Intervistato da Silvia Toffanin, quest’ultimo ha precisato alcuni dettagli importanti anche sul caso di Emanuela Orlandi che, da poche settimane è stato riportato all’attenzione dei media locali.
L’arcivescovo ha poi svelato cosa gli manca di più di Benedetto XVI e alcuni gesti suoi che porterà per sempre dentro al cuore.
Don Georg, il ricordo di Papa Benedetto XVI: “Mi manca il suo sguardo”

Intervistato dalla famosa conduttrice pronto a presentare il suo nuovo libro dal titolo “Nient’altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI” c’era Don Georg. Quest’ultimo per ben 20 lunghi anni è stato accanto al Papa diventando il suo “braccio destro” nonché grande confidente.
È proprio lui a condividere con Silvia Toffanin e il resto dell’Italia il grande affetto provato nei suoi confronti. Don Georg ha così affermato: “Cosa mi manca di più di lui? Innanzitutto, lo sguardo dei suoi occhi”.
“Negli ultimi anni, quando la sua voce era diventata sempre più flebile, i suoi occhi erano ciò che lo rendeva comprensibile. Alla fine non riusciva più a parlare, però capiva tutto. Parlava appunto solo con gli occhi e poi solo con la sua presenza. È stato molto duro vedere la sua fiamma spegnersi” ha terminato quest’ultimo.
Don Georg fino alla fine è rimasto accanto all’ex pontefice pregando con lui fino all’ultimo respiro. La sua scomparsa ha lasciato nel religioso un grandissimo dolore che l’ha spinto a scrivere e dedicare tutto un libro a Papa Benedetto XVI.