Le Donne del Duemila sono le più forti. Uno scritto, questo, che vi toccherà il cuore per la bellezza. Ogni donna fa dei sacrifici: madre, sigle, lavoratrice. Non pensa solo al suo benessere, ma a ogni aspetto della sua vita. Uno scritto di Antonio Curnetta.
Ogni donna dovrebbe avere l’occasione di vivere la propria vita al meglio, senza limiti, senza qualcuno che la freni. Tutte le donne dovrebbero tornare a casa, sorridere ai figli e al marito, e non avere paura di nessuno.
Essere donna nel duemila non è facile. Il mondo è in rapida evoluzione. Ma le donne lo sono ancora di più. Chi sono, allora, le donne nel duemila?
Vivono in equilibrio anche capovolte, piangono di nascosto per non ammettere d’esser stanche morte, passano i sabati mattina in pigiama a pulire, sono le donne che non sentirete mai infierire.
Sono quelle che dopo dieci ore di lavoro vanno a far la spesa per preparar la cena. Studiano con i figli, allevano cani e conigli.
Donne del duemila: ode a voi
Dicono di non aver paura per non destar preoccupazione, quelle che rinunciano a tutto per essere a casa ogni sera come una vocazione.
Sono donne da corse al pronto soccorso in piena notte, che guidano con la nebbia, non chiedono abbuoni o raccomandazioni. Sono le donne sole alle stazioni.
Quelle che nascondono i soldi nelle scatole di latta per i giorni fragili, che raccontano commosse del loro mondo azzurro perché sempre sperano in un futuro di burro.
Risparmiano i trenta euro per la tinta dei capelli a fine mese e un compromesso sereno innanzi alle offese.
Sono le donne del bicchiere mezzo pieno, quelle che chiudono casa quando tutti dormono e stendono i panni ad ogni ora della notte e del giorno.
Corrono perché perennemente in ritardo, ma sempre presenti ad ogni traguardo. Sono quelle forti dai mille consigli, le stesse che quando escono con le amiche si sentono in colpa coi figli. Hanno i magoni amari digeriti con cura, affinché la vita possa sempre sembrarvi un’avventura.
Sono solo donne e madri del duemila, con milioni di desideri ed un presente pirandelliano da uno, nessuno e centomila.
Antonio Curnetta