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Home » Emozioni » Dono di un piccolo angelo: una storia che ci tocca il cuore

Dono di un piccolo angelo: una storia che ci tocca il cuore

Il dono di un piccolo angelo è una leggenda, una storia di Bruno Ferrero che ci tocca le corde del cuore e dell'anima: da leggere.

Redazione da Redazione
20 Luglio 2019
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Il dono di un piccolo angelo è un racconto molto emozionante di Bruno Ferrero. Gli angeli sono esseri speciali, che vegliano su di noi ogni giorno. Ognuno di noi ha un angelo custode, qualcuno che si prende cura della nostra vita.

Non sempre possiamo vedere gli angeli, ma possiamo sentirli al nostro fianco. Oggi, però, vogliamo raccontarvi una storia molto speciale, grazie alla penna di indiscutibile bravura di Bruno Ferrero. Ci ha spinti alla riflessione, a una emozionante domanda: che cosa faremmo senza la guida di Gesù e la Madonna?

Loro sono la nostra speranza, la nostra preghiera. Riponiamo la fede sincera e vera in loro. Nel momento in cui chiudiamo gli occhi, possiamo vederli vegliare su di noi. Ecco a voi, dunque, la storia di un piccolo angelo!

Il racconto

C’era una volta un piccolo angelo che amava sporgersi dal parapetto del Paradiso e guardare in basso, verso la Terra. Era così lontana che non riusciva a vedere molto, ma continuava ad osservarla ugualmente, perso nei suoi pensieri. Gli altri angeli, curiosi, corsero a riferirlo alla Madonna. Un giorno la Madonna gli si avvicinò e gli chiese dolcemente:

“Che cosa fai qui, mio piccolo angelo?”.
Prendendo coraggio a due mani, l’angioletto rispose: “Mi piacerebbe scendere sulla Terra”.

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“Sulla Terra, non sei felice qui?”.
“Oh sì, mia signora, ma mi piacerebbe andarci a Natale, con Gesù. Un angelo custode mi ha detto che sulla Terra ci sono dei bambini, creature simili a noi. Vorrei vederli e portare loro qualche dono”.

Poi tacque, senza osare alzare lo sguardo. Se solo lo avesse fatto, avrebbe visto la Madonna sorridere. Anche così, quando lei si allontanò, il piccolo angelo sentì il cuore pieno di speranza. E quando giunse la Vigilia di Natale, fu l’unico piccolo angelo scelto per accompagnare Gesù.

La Madonna in persona gli riempì un cesto di regali, belli da vedere e deliziosi da mangiare. Appena calò la notte, il piccolo angelo partì per la Terra. Gesù non abbandona mai la sua Chiesa, ma la sua presenza è più che mai viva nella notte di Natale, così in questa Santa Notte il cielo e la terra si riempiono di angeli che portano grazie su grazie agli uomini di buona volontà.

Il piccolo angelo scivolò lungo la notte scura, lasciandosi dietro una scia di polvere dorata.
La Terra si avvicinava, e l’angioletto riuscì a distinguere il mare agitato, poi una foresta di pini, che si stagliavano neri contro la neve, e infine il campanile di un villaggio.

Dono di un piccolo angelo

 

Gesù disse: “Ecco il villaggio: troverai molti bambini buoni. Baciali per me, ma gentilmente, in modo che non si sveglino, e lascia loro i doni. Ma quando le prime stelle cominceranno a impallidire, torna veloce in Paradiso”.

Il piccolo angelo promise di obbedire, e Gesù proseguì per la sua strada. Una casetta scura e nascosta Il piccolo angelo entrò nelle case e vide i bambini addormentati: dai loro visi riusciva a distinguere i buoni dai meno buoni.

Sulla fronte dei primi depose un bacio in nome di Gesù, e su quella dei secondi lasciò cadere una lacrima. Non trovò nessuno veramente cattivo, ma se fosse successo avrebbe pianto molto.
Quando le prime stelle cominciarono a impallidire il suo cesto era vuoto, e il piccolo angelo si accinse a tornare in Paradiso.

Dall’alto, dopo che ebbe spiccato il volo, vide una casetta scura e nascosta, che non aveva notato prima. “Speriamo che non ci siano bambini” pensò preoccupato, tornando indietro e spiando dalla finestra.

E invece ce n’era uno, addormentato su un mucchio di foglie e riparato da una lacera coperta.
Il piccolo era così bello che l’angelo si avvicinò per vederlo meglio, e comprese che era molto buono: diceva le sue preghiere e aiutava la madre povera.

Nel sonno tramava dal freddo: in casa non c’era legna per accendere il fuoco, né per scaldare una minestra. La madre era andata alla Messa per chiedere aiuto a Gesù. Il piccolo angelo vide tutto questo, e mentre frugava nel fondo del cesto le lacrime gli rigavano le guance. Se solo ci fosse stato un frutto, o un dolce, ma non era rimasto più niente. Non aveva nessun dono per lui, tranne il bacio nel nome di Gesù, che il bambino non avrebbe ricordato.

Il potere delle stelle

Gli angeli hanno il potere di far sognare la gente, ma sarebbe stato crudele far sognare belle cose a questo, per poi lasciarlo, al risveglio, a mani vuote nel freddo pungente. L’angelo rifletté su tutto questo, e dal profondo del cuore chiese aiuto alla Madonna. Qual era il dono di un piccolo angelo?

Poi, guardando il cielo oltre la finestra, ebbe una magnifica idea: volò veloce verso la prima stella che brillava nel firmamento, e tornò subito dopo, stingendola delicatamente tra le dita.
La depose con cautela nel focolare, e da lì la stella illuminò la misera capanna con il suo gioioso splendore, e scaldò l’acqua della pentola, che cominciò a emanare un profumo delizioso. Le stelle conferiscono infatti all’acqua un meraviglioso aroma di latte, miele, cioccolato e altre cose deliziose.

L’angioletto abbracciò il bimbo e volò via dalla finestra, perché Dio non permette agli angeli di farsi vedere sulla Terra. Quando si svegliò, il bambino vide la stella splendente nel focolare e sua madre, stupefatta, sulla soglia di casa.

“Penso che un angelo sia volato via di là” disse, indicando la finestra. “Credo di aver visto la punta di una delle sue ali”.

La madre capì ogni cosa, perché quello era il giorno di Natale. Nel frattempo il piccolo angelo stava tornando in Paradiso più veloce che mai: cominciava infatti ad albeggiare. Quando arrivò, gli angeli erano tutti intorno alla Madonna.

“Sei quasi in ritardo, mio piccolo angelo” disse Gesù.

Ma sorrideva, e l’angelo capì che non era arrabbiato. Mentre attraversava il grande cancello dorato, il piccolo angelo si voltò indietro e si fermò di botto: in basso, nel ricamo di stelle che ornava il cielo blu, c’era uno spazio vuoto. Ci avviciniamo sempre di più al dono di un piccolo angelo!

Il mantello della Madonna e il dono di un piccolo angelo

Volando verso l’alto, Gesù non l’aveva notato, ma Dio l’avrebbe visto subito, e avrebbe chiesto: “Chi ha fatto questo?”. E il piccolo angelo non avrebbe più potuto tornare sulla Terra a vedere i bambini. Prima non era riuscito a essere gentile con tutti loro; e poi, per rimediare, aveva osato disfare l’opera divina.

Il piccolo angelo si fermò singhiozzando sulla scalinata, e il suo pianto attrasse la Madonna. Lui non riuscì a spiegare la ragione delle sue lacrime, ma indicò il buco che spiccava nel ricamo di stelle composto da Dio e la Madonna comprese. Sapeva tutto dei bambini e poté vedere il povero bambino e la madre intenti a mangiare la minestra dal gusto dolcissimo.

Staccò una delle stelle che ornavano il suo manto e la porse al piccolo angelo. “Va!”, gli disse, “e rimettila a posto. Io ti aspetterò”. E benedisse le sue ali perché potesse volare più in fretta.

Poco dopo il piccolo angelo ritornò felice in Paradiso: in basso, vicino alla Terra, brillava la stella della Madonna. Era più bella delle altre, così splendente e luminosa che il Signore di certo la riconobbe. Ma non disse nulla: dopotutto, non era certo il caso di rimproverare la Madonna.

Sulla Terra, anche gli uomini la riconobbero, e la chiamarono la Stella del Mattino, Stella Mattutina. E’ la prima ad apparire e l’ultima a spegnersi ed è più grande e più bella di tutte le altre, perché è la stella della Madonna.

Bruno Ferrero, una storia sul dono di un piccolo angelo 

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