Farmaco per il Coronavirus: Stando a quanto trapelato nelle ultime ore, l’Aifa non altro che agenzia Italiana del Farmaco ha dato il via libera allo studio multicentrico INHIXACOVID19 con l’anticoagulante eparina a basso peso molecolare (biosimilare di enoxaparina sodica).
Si sperimenterà nel trattamento dei pazienti con quadro clinico moderato o severo di Coronavirus. Andiamo a scoprirne di più su questo delicato argomento.
L’esperimento dovrà valutare la sicurezza ed efficacia dell’anticoagulante, somministrato a differenti dosi, con lo scopo di migliorare il decorso della malattia, come riporta Today.
I centri italiani attualmente coinvolti nello studio sono 14 e il farmaco sarà fornito gratuitamente dall’azienda Techdow Pharma, filiale italiana della Shenzen Hepalink Pharmaceutical Group.
Enoxaparina sodica, per coloro che non ne avessero mai sentito parlare, è un’eparina a basso peso molecolare con un’altissima azione antitrombotica che ne fa, attualmente, uno degli anticoagulanti più usati in circolazione per quanto riguarda la prevenzione e la terapia delle tromboembolie venose (TEV) e arteriose nei soggetti sottoposti a intervento chirurgico o allettati.
Farmaco per il Coronavirus proseguono le ricerche, si studia l’eparina: ecco cosa sappiamo
Tutti i 300 pazienti ammessi alla sperimentazione avranno modo di ricevere enoxaparina biosimilare per via sottocutanea.
Tale studio verrà coordinato all’Ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Bologna e Direttore dell’Unità Operativa Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, Pierluigi Viale.
«Un altro importante tassello del nostro armamentario terapeutico verso Covid-19 entra nella fase di sperimentazione clinica, quanto mai necessaria per capirne al meglio il ruolo e l’applicabilità – le parole di Viale, coordinatore dello studio.
Siamo grati ad Aifa per questa celere approvazione, che consentirà ai centri coinvolti di iniziare a lavorare per dimostrare il razionale di questa ipotesi scientifica.
Abbiamo necessità di acquisire rapidamente evidenze e pertanto dobbiamo lavorare all’interno di trial clinici, associando alle nostre intuizioni e speranze il necessario rigore metodologico»
Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni.