Fase 2 e pizzerie uno dei temi più caldi di questo periodo. Con la fine dell’isolamento forzato, si è finalmente tornati alla vita di tutti i giorni. Con il nuovo decreto messo a punto per riuscire ad arginare il più possibile il contagio da Covid19, tuttavia, andare in pizzeria o qualunque altro ristorante non sarà più la stessa cosa.
Un qualcosa che con il tempo moltissimi italiani dovranno abituarsi. A parlarne un po’ nelle ultime ore è stato Gianluca Operoso del ristorante pizzeria Il Pomodorino a Milano. Per lui dal 18 maggio “è partito l’anno zero, tutto è cambiato per noi e per ogni altra attività”.
Nella prima settimana dopo la conclusione del lockdown, bar, ristoranti e pizzerie in Lombardia hanno riaperto le attività. Stando a quanto rivelato da Confcommercio, circa l’80% del totale hanno rialzato le serrande anche se la risalita è dura.
Gianluca Operoso, non altro che socio del ristorante pizzeria il Pomodorino situata per l’appunto a Milano, è fra quelli che hanno fatto ripartire la propria attività. Il ragazzo ha raccontando di come il settore è cambiato a causa della pandemia che c’è in circolazione.
Fase 2 e pizzerie: ecco quali sono i cambiamenti e come bisogna entrare nel locale
“Ristoranti e bar sono stati travolti dalla pandemia”, le sue parole. “Non solo abbiamo ridotto i posti a sedere per accogliere i clienti nel rispetto del metro di sicurezza tra un tavolo e l’altro, ma a calare sono anche i guadagni. Le persone disposte a sedersi al tavolo di una pizzeria sono ancora poche”.
A meno domanda corrisponde meno offerta, ma anche meno investimenti, di conseguenza tutta la filiera della ristorazione ne soffre. Pur di mantenere alto il livello dei proprio prodotti, i ristoratori riducono l’offerta e di conseguenza anche i fornitori: “Da dieci siamo passati a quattro, con un menù ridotto all’osso era inevitabile”.
“Siamo in una situazione senza precedenti”, afferma il ristoratore che da 13 anni gestire con orgoglio il locale nel quartiere chiamato Porta Romana, “ma lo è anche per tutti gli altri”.
“Noi siamo abituati alle norme igieniche, sanificare il locale non è una novità. Diverso il discorso per mascherine e misurazione della temperatura con il termometro, obbligatori in Lombardia come stabilito dall’ultima ordinanza firmata dal governatore Attilio Fontana.
Finora i clienti, sottoposti a questi controlli al lavoro o in altri negozi, non hanno mai mostrato avversità, anche mantenere la distanza di sicurezza di un metro è diventato automatico. Ma il rapporto con loro, anche i più affezionati che fin da subito ci hanno supportati, è inevitabilmente cambiato”.
Conclusioni
Sperando con il tempo di trovare il prima possibile il vaccino ad oggi ci si deve arrangiare come si può tenendo le distanze.
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Photo via evidenza GazzettaSud