Nella giornata di martedì 29 agosto, una giovane ragazza è stata la protagonista di un terribile avvenimento. Il nome della giovane è Francesca Quaglia ed ha perso la vita a soli 28 anni, dopo che un camion l’ha travolta.
A fare da scenario a questo terribile episodio è stato il semaforo di piazza Medaglie d’Oro, nel quartiere Porta Romana di Milano. È accaduto il peggio, mentre era in sella alla sua fedele bicicletta, che utilizzava come una necessità per muoversi in città.
A parlare a nome della giovane è stata la madre, Nadia Valli che ha voluto ricordarla come una giovane ragazza piena di vita, ma soprattutto libera. Proprio per questo motivo, la sua famiglia ha preso una decisione inaspettata.
Francesca Quaglia morta in bici, la mamma: “Non avrebbe voluto un funerale”

Durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, la madre della giovane travolta lo scorso martedì 29 agosto, ha voluto ripercorrere quella fatidica giornata. “Ci eravamo sentite la mattina come sempre, poi le ho mandato un messaggio alle 12 e lei non mi ha scritto nulla. Ora ascolto i suoi vocali per sentire la sua voce“.
Tutto è accaduto intorno alle 10, ora cui Francesca era giunta al semaforo di piazza Medaglie d’Oro, sulla sua fedele bicicletta. Essendo il semaforo, si era affiancata al lato sinistro del camion, anch’esso fermo.
Una volta che il semaforo si era ormai fatto verde, dopo aver segnalato al camionista la sua presenza battendo sul mezzo, era ripartita. Il conducente del mezzo per non si era assolutamente accorto della presenza della giovane.
Questo ha causato che, mentre svoltava con il camion l’ha agganciata con le ruote, trascinandola per alcuni metri. La ragazza di 28 anni è morta sul colpo, mentre il camionista di 54 anni è indagato per omicidio stradale.
Nadia ha voluto ricordare quel momento: “Pensavo che fosse in biblioteca, amava i libri, e invece due ore dopo i suoi amici mi hanno detto quello che era successo“. La famiglia della ragazza non vive a Milano, bensì a Medicina, in provincia di Bologna.
Paese in cui è nata, per poi frequentare il liceo ad Imola e l’università a Venezia. Ha poi partecipato all’Erasmus in Svezia: “e in fondo da lì non se n’era mai andata” ha raccontato sua madre. Il sogno di Francesca era di poterci tornare.
Intanto si occupava come copywriter per una casa editrice di Milano. La madre ha poi continuato a raccontare di sua figlia e del suo lavoro: “Era soddisfatta dalle nuova casa che aveva trovato e di un posto in particolare dove doveva iniziare a lavorare”.
Dopo quello che è successo in quel fatidico martedì, la famiglia ha preso la decisione di non celebrare alcun tipo di funerale: “Non la so vedere dentro una bara“, afferma la madre, “lei così libera e piena di vita chiusa lì non posso neanche immaginarla”.