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Genitori, vi meritate di leggere questo articolo

Genitori, questo articolo è per voi. Essere madre o padre non è facile. Abbiamo dei doveri nei confronti dei nostri bambini.

Gianluca Mercurio by Gianluca Mercurio
20 Dicembre 2016
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Il seguente articolo è dedicato a tutti i genitori. Si intitola Father Forgets e l’ha scritto W. Livingston Larned, in Vita da Papà.

Non è facile essere un genitore. A volte, dobbiamo prendere delle decisioni difficili. Per insegnare loro le giuste maniere o i comportamenti corretti, siamo costretti a rimproverarli.

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Così, dobbiamo prendere delle scelte, in cui non sempre ci identifichiamo. A volte, sì, è difficile essere padre, madre, genitore.

Il seguente testo ci farà riflettere su molti aspetti della vita genitoriale. Leggetelo ed emozionatevi: cosa significa avere un figlio.

Father Forgets

Ascolta, figlio mio: ti sussurrerò queste parole mentre dormi, con una manina sotto la guancia e i capelli appiccicati alla fronte umida.

Sono entrato da solo nella tua cameretta. Qualche minuto fa, mentre stavo leggendo il giornale, un’ondata di rimorso mi ha invaso. Mi sono sentito colpevole, e per questo sono qui…

Pensavo a questo, figlio: mi sono arrabbiato con te. Ti ho sgridato perché non ti sei pulito le scarpe. E ti ho urlato addosso perché hai fatto cadere qualcosa per terra.

Ti ho rimproverato a colazione, perché rigiravi il cibo. Ingoiavi senza masticare bene. Tenevi i gomiti sul tavolo. Hai messo troppo burro sul pane.

Ma quando stavi andando a giocare e io stavo per uscire di casa per prendere il treno, ti sei girato e mi hai salutato con la mano: “Ciao, papino!”. E io ho corrugato la fronte e ti ho risposto: “Tieni dritta quella schiena!”.

La stessa scena si è ripetuta nel pomeriggio. Mentre tornavo a casa ti ho visto giocare in ginocchio per strada. Avevi strappato i pantaloni, e io ti ho umiliato davanti ai tuoi amici obbligandoti a tornare a casa con me.

Un articolo da fare leggere ai genitori

“I pantaloni sono cari, se dovessi comprarli tu di sicuro faresti più attenzione!”.

E ricordi, più tardi, quando stavo leggendo in soggiorno e sei entrato timidamente, con uno sguardo timoroso? Quando ho alzato gli occhi dal giornale, irritato perché mi avevi interrotto, e tu hai tentennato sulla porta.

“Che cosa vuoi, adesso?” ti ho detto brusco. “Niente…” hai risposto, ma hai iniziato a correre e mi hai gettato le braccia al collo per darmi un bacio. Le tue braccine mi hanno stretto con un affetto che Dio ha fatto fiorire nel tuo cuore e che nemmeno la noncuranza degli altri può esaurire.

E poi sei andato a dormire, accompagnato dal rumore dei tuoi passettini sulle scale. Ebbene, figlio mio: poco dopo il giornale mi è caduto dalle mani, e sono stato invaso da un terribile timore. Che cosa mi stava succedendo? Che cos’era quella nuova abitudine?

L’abitudine di trovare dei difetti, di sgridare. Questa era la mia reazione al tuo essere bambino. E non perché non ti amassi, ma perché mi aspettavo troppo da te. Ti misuravo seguendo i criteri dei miei anni maturi.

Ci sono tante cose belle, buone e giuste nel tuo carattere. Quel tuo cuoricino è grande come il sole che sorge tra le colline.

L’hai dimostrato con il tuo impulso spontaneo di correre e baciarmi questa sera. E non c’è nient’altro che importi, figlio mio. Sono venuto fino al tuo letto, al buio, e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.

Sono giustificazioni spicciole, le mie, e so che non le capiresti se te le dessi quando sei sveglio.
Ma da domani sarò un vero papino. Sarò il tuo compagno, soffrirò quando soffri e riderò quando ridi. Mi morderò la lingua quando sarò sul punto di pronunciare parole impazienti. Continuerò a ripetermi, come se fosse un rito: “È solo un bambino, un bambino piccolo”.

Temo di aver immaginato che fossi un uomo. Ma mentre ti guardo ora, figlio mio, accoccolato e sfinito nel tuo lettino, vedo che sei ancora un neonato. Sembra ieri che eri ancora nelle braccia di tua madre, con la testolina appoggiata sulla sua spalla.

Ho preteso troppo da te.

Tutti i genitori dovrebbero leggere questo articolo.

Tags: emozionifamiglialink bellissimi

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