Sono passati ormai 7 giorni, 1 settimana, da quando sono state pubblicate quelle famose intercettazioni avvenute in carcere tra il ragazzo che è stato accusato di aver tolto la vita alla propria ex fidanzata e suo padre.
Con la loro pubblicazione, il web e non solo si sono scatenati contro il padre e per le frasi ritenute indicibili per cercare di rassicurarlo. Stiamo parlando di quanto accaduto tra Filippo Turetta e suo padre Nicola.
Gino Cecchettin, il pensiero sulle parole di Nicola Turetta
Dopo una settimana, queste intercettazioni sono state oggetto di svariate polemiche e non solo, difatti anche molti programmi hanno cercato di utilizzarle come oggetto di discussione. In seguito, vi racconteremo quanto accaduto all’interno dell’evento “La terrazza della dolce vita”.
All’interno dell’evento in questione, condotto da Simona Ventura e da Giovanni Terzi, organizzato all’interno del Grand Hotel di Rimini, è avvenuta l’intervista al padre della giovane ragazza che ha perso la vita per mano di Filippo, Giulia Cecchettin.
Il padre, Gino Cecchettin, ha definito le parole condivise dai vari media come: “Inutile e di nessun valore”. In seguito, ha voluto sottolineare di non voler dare alcun tipo di lezione ai genitori di Filippo Turetta.
Queste sono le sue parole: “Dopo il dolore per la morte di Giulia, in confronto a quel dolore, il resto è nulla per me. Non sta a me giudicare l’operato di un altro papà e quindi non lo giudicherò”.
Ha poi voluto aggiungere di aver mantenuto i contatti con Nicola Turetta: Mi ha scritto durante le feste”. Nonostante il caos mediatico creato, il padre di Filippo ha chiesto perdono ripetute volte per quanto detto.
Per giustificarsi ha detto: “Chiedo scusa, erano frasi senza senso, quegli istanti per noi erano devastanti, avevo paura che mio figlio si su*******e”. Inoltre, sempre dalle intercettazioni era stata resa pubblica una frase con cui avrebbe consolato il figlio di 22 anni.
“Non sei stato tu, non potevi controllarti”, ed ha poi aggiunto “Ci sono altri duecento fe*******di. Hai fatto qualcosa, ma era un momento di debolezza”. Successivamente, Gino ha parlato del suo libro ‘Cara Giulia’, definendolo un progetto “per aiutare le donne vittime di vi***za, donando un po’ di lei”.
Ed ha poi illustrato dicendo: “Abbiamo costituito una fondazione per sensibilizzare e aiutare chi già opera sul territorio per sostenere le donne vittime di vi****za. Vogliamo costituire una rete di professionisti per andare nelle scuole a sensibilizzare sul tema della vi****za di genere e aiutare i ragazzi a riconoscere le relazioni tos***he”.
Successivamente, ha raccontato di come la fondazione ha già dato alcuni risultati: “Un ragazzo in virtù della storia di Giulia ci ha scritto dicendo che forse aveva qualche problema da curare. Magari se non fosse successo sarebbe stato un potenziale… chiamiamolo potenziale. Però già il fatto che lui l’ha riconosciuto è un primo passo. Cerchiamo di salvare più vite possibili”.