I cani di Chernobyl sono completamente cambiati dal resto della loro specie, questo dovuto alla zona in cui vivono ancora contaminata dalle radiazioni. Questo avrebbe infatti modificato il loro Dna apportando cambiamenti che nessuno si sarebbe mai aspettato.
A rivelarlo nel dettaglio è uno studio condotto da parte del team Internazionale di ricerca che, ha deciso di esaminare alcuni cani che vivono e crescono nella zona del disastro nucleare. Gli amici a quattro zampe che passano la loro vita qui infatti, sono completamente diversi dai pelosetti di tutto il resto del mondo.
Lo studio è riuscito a comprendere ciò che è accaduto, affermando con il loro Dna nel corso degli anni sia completamente mutato cambiando anche il loro patrimonio genetico. La principale e unica causa di questo sono le radiazioni che a distanza di tanti anni continuano a rimanere nella zona di Chernobyl.
Di seguito scopriamo nel dettaglio lo studio condotto dal team Internazionale e la spiegazione su quanto inaspettatamente sta accadendo.

I cani di Chernobyl sono cambiati: lo studio rivela la mutazione del loro Dna
Alcuni studi svolti sull’area di Chernobyl infatti, hanno svelato come ci sia una forte riduzione degli uccelli e l’aumento di alcune specie ormai mutate. Queste infatti, potrebbero essere dovute alle quantità, seppur piccole, di radiazioni continue nei confronti del clima e degli stessi animali.
Un’altra possibilità invece, può essere quella dell’eredità mutate da parte delle generazioni di animali precedenti che hanno, sperimentato quanto accaduto anni fa. L’ultima analisi condotta e poi pubblicata dal Science Advances, ha dimostrato come nei cani ci siano grandi cambiamenti di Dna che in tutto il resto del mondo.
Questo significa che sulla base della loro parentela genetica, i cani di Chernobyl abbiano modificato il loro Dna mescolato tra varie popolazioni. Inoltre lo studio riporta come essi abbiano anche un materiale genetico che proviene dall’esterno ovvero da fuori la zona designata.
In futuro sarà lo stesso team di ricercatori a progettare uno studio ancora più ampio per capire e trovare le varianti genetiche critiche che, gli animali hanno accumulato nel corso di più di 30 anni.