Il figlio di Bruno Arena a distanza di mesi dalla morte del genitore ha deciso per la prima volta di spiegare il dolore che tutta la famiglia sta vivendo. Il famoso personaggio pubblico per anni ha conquistato il cuore di milioni di telespettatori che hanno apprezzato il suo umorismo ma soprattutto la sua semplicità.
Bruno dell’indiscusso duo ‘Fichi d’India’ ormai da tempo viveva una vita che non gli apparteneva più. Nel 2013 infatti, era stato colpito da un aneurisma cerebrale che non gli ha più permesso di parlare e di svolgere una quotidianità come tutte le altre.
Lo scorso anno per il figlio Gianluca moltissime cose sono cambiate. Per ricominciare la sua vita infatti, l’uomo ha deciso di svolgere un lungo cammino di Santiago poi proseguito in Francia per ritrovare e connettersi con il padre.
Una nuova energia e una nuova voglia di fare che ha poi descritto all’interno della lunga intervista a Fanpage. Quest’ultima infatti, ha spiegato come il genitore avesse paura di morire e come lui sia molto fiero di suo padre.
Il figlio di Bruno Arena: “Aveva paura di morire”

Gianluca intervistato da Fanpage ha rivelato che padre sia stato Bruno per lui: “Da adolescente mi sono scontrato con questa grossa differenza tra Bruno comico e Bruno papà. Era un padre che si preoccupava sempre per me, anche quando uscivo il sabato sera. […] È stato ed è un grandissimo onore averlo avuto come padre e non lo cambierei con nessun altro”.
Quando Bruno ha perso la vita per Gianluca è stato davvero difficile metabolizzare quanto accaduto: “Quando è successo, ho passato tre ore in cui mi sono perso. Non sapevo più come, dove, quando, perché. Sono corso in ospedale e ho capito la situazione”.
“Quando Bruno ha deciso di andarsene, mi ha aspettato per vederci. Non ero pronto, non lo sarei mai stato. Tantissime persone si sono strette attorno a noi e quell’affetto ha aiutato molto me, mia madre e mio fratello Lorenzo” ha proseguito il comico.
La morte di Bruno ha segnato così un’intera famiglia ma anche tantissimi italiani che hanno seguito tutta la sua immensa carriera ma soprattutto la sua grande umanità.