Il filosofo e il barcaiolo è un racconto di speranza, ma non solo: un racconto che dovrebbe ispirarci a conoscere la vera sapienza e le nostre capacità. Quante volte ci sentiamo non all’altezza della situazione?
A quanti sogni abbiamo detto addio, riposti nel cassetto, tra vecchi ricordi e speranze infrante? Siamo cresciuti e abbiamo delle capacità incredibili. E solo perché altri sanno più di noi, non significa che noi non possiamo essere comunque all’altezza.
Così, assistiamo alla nostra vita come un fiume, sempre e mai uguale, i giorni scorrono e cambia ben poco, seduti sulle nostre speranze e su ciò che speravamo di diventare. Da una fonte non identificata, il racconto del filosofo e del barcaiolo che tutti dovrebbero leggere.
Un giorno di tanti anni fa, un filosofo doveva attraversare il fiume. Si recò al punto di attracco e chiese al barcaiolo di traghettarlo. Durante la traversata il filosofo volle fare sfoggio del suo sapere e cominciò a porre delle domande al barcaiolo. «Senti, amico: ma tu conosci la filosofia?».
«Purtroppo no», rispose il barcaiolo, «da quando ero bambino ho cominciato a fare questo lavoro con mio padre e non ho potuto studiare».
Il filosofo e il barcaiolo: un racconto di vita e sapienza
«Ahi, ahi», sentenziò il filosofo, «hai perso un quarto della tua vita». Poco più avanti ritornò alla carica: «Allora, barcaiolo, nomi come Platone, Aristotele, Socrate, a te non dicono nulla».
«No! Purtroppo a me non dicono niente, non so neanche chi siano», rispose il barcaiolo.
«Ahi, ahi», rincarò il filosofo, «hai perso metà della tua vita!».
Intanto si era alzato un forte vento, l’aria si era rabbuiata e la riva era ancora lontana. Il barcaiolo faceva fatica a mantenere la rotta. All’improvviso un colpo di vento più forte degli altri rovesciò la barca.
Allora il barcaiolo gridò: «Filosofo, sai nuotare?».
«No!», rispose quello.
«Mi dispiace per te, hai perso tutta la tua vita!». E il barcaiolo si diresse a nuoto verso la riva.