A distanza di mesi dalla morte di Giulia Tramontano il padre ha deciso di rompere il silenzio e dire la sua in merito a quanto accaduto. È trascorso diverso tempo da quel 27 maggio in cui Alessandro Impagnatiello ha tolto la vita alla sua fidanzata nonché mamma del suo bimbo che a breve, sarebbe dovuto nascere.
Un dolore grandissimo quello che sta vivendo tutta la sua famiglia e che, per la prima volta ha spinto papà Franco a rilasciare le prime dichiarazioni. Quest’ultimo nel corso dei mesi ha sempre cercato di rimanere “nell’ombra” e di piangere la scomparsa della figlia lontano dalle telecamere e dagli studi televisivi.
Ora però, è proprio quest’ultimo a voler dire alcune parole e a spiegare, con grande dolore il motivo per il quale Giulia ha perso la vita. Ecco le sue tristi affermazioni.
Il padre di Giulia Tramontano: “Mia figlia è morta perché voleva un bambino”

Il suo intervento è avvenuto all’interno del commissariato di Castrovillari, in provincia di Cosenza dove, è stata creata una stanza d’ascolto per le persone e i familiari vittime come la giovane Giulia.
Uno sfogo fatto di poche frasi ma che hanno segnato particolarmente gli italiani che, hanno seguito con apprensione e tristezza questa tragedia. Franco Tramontano ha così affermato: “Giulia è morta perché voleva un bambino. Voleva crearsi una famiglia. Ha creduto nell’amore. Questo è quello che noi vogliamo dire di Giulia, non aggiungiamo altro”.
Presente alla cerimonia anche il vescovo di Cassano allo Ionio, Monsignor Francesco Savino. Quest’ultimo infatti, dopo aver stretto a sé il genitore, ha voluto lanciare un importante appello: “Diciamo basta ai femm***idi. Dico a tutti gli uomini, per favore. Dobbiamo educarci tutti quanti al senso della non appartenenza. La donna non ci appartiene, appartiene a sé stessa, alla vita”.
“Appartiene a chi si è fatta strumento di vita per loro. Liberiamoci dalla cultura del possesso. L’amore non è pos***so, l’amore è dialogo, è rispetto, costruzione. L’amore è guardare verso la stessa direzione. Sono contento di questa inaugurazione perché è importante la memoria, non soltanto perché dobbiamo ricordare le vittime, ma dobbiamo anche ricordare perché non ci siano più vittime” termina il Monsignor Francesco Savino.