Infermiera picchiata a Napoli. Ancora una violenta aggressione subita da personale sanitario in Italia. Il vile episodio è accaduto a Napoli dove un infermiera in servizio all’ospedale Cardarelli è stata brutalmente picchiata la scorsa notte dai genitori di una ragazza di 20 anni.
I due, marito e moglie accusavano il personale sanitario di scarsa cura nei confronti della figlia di 20 anni che accusava dei dolori al petto.
L’infermiera, secondo quanto ha riferito ai carabinieri, aveva già incontrato il giorno precedente i genitori della ragazza e già allora avevano avuto discussioni. Poi, ore dopo, il confronto è degenerato e il marito e la moglie, insieme ad altre due persone in corso di identificazione, hanno aggredito la donna.
Dopo averla fatta inginocchiare, le hanno sferrato pugni, calci, strappato capelli e tentato di cavarle un occhio. Per fortuna l’intervento dei colleghi ha fatto sì che la situazione non degenerasse ulteriormente. Il tutto è tornato alla normalità solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine che hanno denunciato il marito e la moglie e stanno indagando per risalire agli altri due autori.
Infermiera picchiata a Napoli: 10 giorni di prognosi
Per la sfortunata infermiera 10 giorni di prognosi. La notizia data dall’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate che combatte da anni la violenza che quotidianamente è costretto a subire il personale sanitario negli ospedali italiani.
“Sono attacchi ripetuti, continui, inarrestabili, violenti, feroci e soprattutto premeditati – sottolinea l’associazione – Tutto questo, sembra, sia successo per non aver voluto attendere la registrazione della paziente al triage e le procedure dettate dai protocolli covid. È stata una violenza inaudita, perpetuata per circa 15 minuti con un solo obiettivo: vendicarsi per una semplice attesa di un paziente stabile, unicamente agitato“.
Davvero uno spiacevole episodio quello accaduto a Napoli. Purtroppo notizie del genere arrivano quasi quotidianamente dagli ospedali di tutta Italia. Persone che pensano bene di sfogare la rabbia e la tensione per la situazione dei propri cari sul personale medico e assistenziale.