L’orsa Jj4 è innocente, nelle ultime ore la LEAL, l’associazione animalista e antivivisezionista ha così riportato all’interno della propria pagina social le prove che tutt’Italia stava aspettando. Un momento importantissimo per l’animale che non avrebbe così tolto la vita al giovane Andrea Papi, trovato senza vita nei boschi del Trentino diverse ore fa.
Una possibile e clamorosa svolta sul caso che da più di un mese sta facendo discutere l’Italia intera e che, ha attirato l’attenzione di milioni di italiani. Il giovane ha perso la vita in Val di Sole e in un primo momento la colpa era ricaduta sull’orsa Jj4 per cui era stato richiesto l’abbattimento da parte di Maurizio Fugatti.
Le ultime ore però, sono state decisive per la svolta di questo caso che ha scatenato milioni di animalisti, attivisti e tantissimi enti per la salvaguardia dell’orsa. All’interno della propria pagina social, la LEAL ha così pubblicato una nota ufficiale che non lascia nessun dubbio.
Jj4 è innocente, la perizia veterinaria lo scagiona l’orsa dalla morte di Andrea Papi

All’interno della nota Facebook che l’Italia attendeva da tempo si può leggere: “Dalla relazione tratta dalla perizia veterinaria forense che perviene dal rappresentante legale di LEAL Aurora Loprete si apprende che non è stata l’orsa JJ4 ad aggredire Andrea Papi”.
“Si prova quanto segue: La dentatura di un animale, per la medicina veterinaria forense, ha lo stesso valore delle impronte digitali umane e quindi la scienza in questa perizia smentisce le menzogne raccontate da Fugatti. Nelle relazioni si legge infatti che: “Sono state rilevate lesioni identificabili come da penetrazione di coppia di canini caratterizzate da una distanza tipica dei canini di un orso maschio adulto” spiega la LEAL.
Proseguendo possiamo leggere: “Le femmine di orso presentano infatti misure inferiori rispetto ai maschi sia come massa corporea sia come misure dentali e la relazione continua ancora aggiungendo altri dettagli: “Come correttamente riferito dal dottor Barbareschi”.
“Le ferite riscontrate non sono riconducibili ad una attività predatoria. Il corpo, infatti, non presenta segni di consumo. La descrizione delle lesioni non corrisponde nemmeno alle ferite. Esse si riscontrano in caso di attacco finalizzato alla eliminazione dell’avversario”.
La perizia termina affermando: “La perizia termina con: “Relativamente alla natura dell’attacco, esso è riconducibile a un tentativo protratto di allontanamento e dissuasione da parte dell’orso sulla vittima. Anche relativamente a questo aspetto, le evidenze riscontrate non consentono di classificare l’azione lesiva. Né come un attacco deliberato né come una predazione”.