Tra i cinque operai morti a Brandizzo c’è anche Kevin Laganà, un giovane ragazzo di 22 anni che sognava di poter cambiare presto la sua vita. Una tragedia che ha segnato profondamente l’Italia ma in particolar modo le famiglie delle vittime.
Il giovane aveva appena concluso il suo percorso scolastico, lavorava alla Sigifer dal 2019 e solamente nel luglio scorso aveva festeggiato il suo 22esimo compleanno. Dopo la sua scomparsa, il padre ha voluto ricordarlo.
Si è subito mostrato come un uomo pieno di dolore, con una voce spezzata ogni volta che pronunciava il nome del figlio ormai scomparso. Il ragazzo era il più giovane del gruppo tra le vittime della strage di Brandizzo.
Kevin Laganà morto a Brandizzo, il padre: “Sui binari ho ritrovato la sua croce”

Massimo Laganà padre di Kevin, ha voluto rilasciare un’intervista al Corriere della Sera, che ha cominciato dicendo: “C’è voluto qualche giorno prima di trovare la forza di andare in quella stazione. Sono arrivato, ho visto tutto quel bianco… Ogni chiazza bianca un resto umano… Ce n’erano così tante che mi mancava il respiro. Ho messo i piedi dove mio figlio li aveva messi quella sera…”.
Si è mostrato distrutto, con il cuore rotto e lo sguardo fisso su quelle rotaie, punto in cui il figlio è tragicamente scomparso. “Il ciondolo d’argento della catenina che avevo regalato a Kevin. È una croce. L’ho trovata lì, accanto ai binari”.
Durante l’intervista, si sentiva ogni momento di dolore del padre, anche dalla voce che si spezzava ad ogni pronuncia del nome di suo figlio Kevin. Quest’ultimo aveva 22 anni ed era il più giovane tra le vittime della strage di Brandizzo.
Al padre del giovane scomparso è stato chiesto qual è il primo ricordo su suo figlio, la risposta è stata: “La bontà. Era un ragazzo buono che si preoccupava per tutti e tutto. Uno che aiutava i vecchietti ad attraversare la strada e non mollava mai un amico in difficoltà”.
Dopo ha voluto ricordare l’ultimo video postato su TikTok in cui salutava proprio il padre. Poi è scoppiato a piangere, e con voce spezzata ha dichiarato: “È stato il suo addio per me, mezz’ora prima di morire. Adesso ascoltare la sua voce, vederlo, leggere quel che scriveva…col*****te”.
È stato poi fatto notare come sotto casa sua, da quel terribile giovedì mattina, ci siano sempre decine e decine di persone: “Sono arrivati ragazzini a chiedermi: posso abbracciarti? Io ero amico di Kevin. C’è un ragazzo che viene ogni giorno con caffè. zucchero, pomodori. Dice che ha conosciuto Kevin al bar e che gli manca molto”.
“Diceva: “papà, ci prendiamo una casetta indipendente fuori Vercelli, magari con un giardino, un cagnolino, e ce ne andiamo da qui”. Avevamo cominciato a cercare. E poi avrebbe voluto una moto, la sua passione. Nel suo futuro più lontano c’era una famiglia, tanti figli, perché ha sempre amato i bambini”.
La morte di Kevin e il suo funerale
Poi, è giunta quella domanda in cui a Massimo è stato chiesto come fosse stato avvisato della morte di Kevin: “Dormivo. Hanno mandato alla mia compagna una pagina di giornale che parlava dell’incidente ma senza i nomi. È cominciata una girandola di telefonate con mio figlio Antonino che lavora pure lui per la stessa azienda di Kevin”.
“Ha chiamato suo fratello ma nell’agitazione ha creduto di sentire la sua voce. Così io ho allungato un po’ di più la speranza. Ho pensato: l’incidente è stato prima, lui ha risposto…Forse era la segreteria telefonica o forse era lo choc. Alla fine Antonino ha parlato con l’azienda e gli hanno detto “Kevin non c’è più”.
Infine, è stato domandato se ci fossero state delle novità riguardo i funerali di Kevin: “Non si sa nulla. Se penso a quella parola penso a lui morto e non riesco nemmeno a immaginarlo in una bara. Mi tormenta una domanda: che cosa ci sarà dentro quella bara? Cosa? Ma forse non è vero niente. Forse adesso mi sveglierò da questi dieci minuti di sonno e scoprirò che è era solo un incubo. Aprirò la porta e lo vedrò tornare a casa”.