Dopo che ad un anno dalla nascita del figlio di Kledi Kadiu e da un mese dal suo ritorno a casa dopo il ricovero in terapia intensiva dal parto. Kledi e sua moglie Charlotte Lazzari hanno scoperto la malattia del loro secondo figlio; l’encefalite.
La scoperta della malattia è avvenuta grazie alla madre, che si è accorta subito di un movimento molto strano che il figlio Gabriel ripeteva, e che ha spinto la madre a portarlo immediatamente al pronto soccorso; qua si scoperte che il piccolo aveva la febbre e sintomi simili alle crisi epilettiche.
“Gabriel, un giorno ti racconterà di quanto sei stato forte”, in questo modo inizia la lettera che Charlotte Lazzari e Kledi Kadiu hanno scritto per il piccolo Gabriel. Il loro secondogenito al quale è stata diagnosticata la meningoencefalite; infiammazione che colpisce meningi e cervello.
Kledi Kadiu e sua moglie, la commovente dedica al figlio malato

La lettera, che accompagna la foto postata sul profilo ufficiale di Charlotte Lazzari, continua: “Ti racconterò i momenti in cui lo siamo stati insieme ma anche quelli in cui io.Non lo sono stata per niente. Lo farò perché meriti assoluta verità. Per ricordarti che spesso le salite più ripide e difficili nascondono panorami che ti tolgono il fiato”. Ha poi aggiunto: “Tu per me sei già quel panorama perché ogni giorno vissuto con te. Uno spettacolo per cui vale la pena pagare il biglietto”.
Precisamente, il figlio di Kledi soffre di meningoencefalite, un’infiammazione che colpisce il cervello e le meningi. Questo gli è stato diagnosticato pochi giorni dalla sua nascita, a causa di forti febbri e forti crisi epilettiche.
È stato durante l’anno passato che Kledi ha voluto raccontare, la prima volta che ha scoperto la malattia che affligge il figlio dal 2021. “Dopo la sua nascita è iniziato un calvario che ci ha davvero messi a dura prova. “Gabriel è sopravvissuto e dopo aver riaperto gli occhi. Passo dopo passo e con l’audacia di un eroe ha messo in campo tutta la sua forza per riappropriarsi di ciò che questo brutto imprevisto gli ha tolto”.
Ha poi voluto aggiungere: “ Ha dovuto affrontare un mese e mezzo in terapia intensiva e tanti, tantissimi esami. Oggi non vogliamo nasconderci dietro alle parole fingendo che sia tutto semplice ma crediamo immensamente nella neura plasticità. nella sconfinata forza di volontà del nostro piccolo guerriero. Ella costanza e nell’amore come miglior stimolo all’apprendimento”.