Sono trascorsi 50 mila anni dall’ultima volta che la cometa C/2022 E (ZTF) si avvicinò al nostro pianeta. I nostri antenati, gli ominidi di Neanderthal, si saranno accorti di uno strano oggetto che sorvolava il cielo lasciando dietro di sé una scia luminosa?
Presto la cometa si avvicinerà alla Terra e sta già suscitando l’interesse degli appassionati dell’universo, pronti con binocoli e telescopi alla ricerca dello scatto più spettacolare di sempre. Nei prossimi giorni sarà visibile ad occhio nudo per tutta la notte.
Perché è stata chiamata “cometa di Neanderthal” e quando vederla

La cometa C/2022 E (ZTF) è stata scoperta il 2 marzo 2022 dagli astronomi Bryce Bolin e Frank Masci del Zwicky Transient Facility in California.
Da subito, la cometa, ha suscitato l’interesse degli astrofili di tutto il mondo. Si tratta di una cometa di lungo periodo e ha già sorvolato i nostri cieli 50 mila anni fa, quando la terra era abitata dall’homo di Neanderthal, da cui prende il nome la cometa.
Fin dalla sua scoperta la cometa ha suscitato molto interesse e curiosità. All’inizio, però, la cometa di Neanderthal era stata scambiate e confusa per un asteroide, ma dopo calcoli e analisi più precisi si è stabilito si trattasse di una cometa.
Osservando e calcolando l’orbita percorsa dall’oggetto spaziale, gli esperti hanno stabilito la datazione del periodo di ritorno di 50 mila anni. Oggi, anche alcuni italiani, appassionati di cieli notturni, stanno già fotografando la cometa di Neanderthal. Attraverso le foto degli astrofili si può vedere che la cometa possiede una brillante coda di colore verde, pettinata dal vento solare.
Ecco quando potremo vederla
Il 12 gennaio 2023 la cometa di Neanderthal disterà 166 milioni di km dal Sole, raggiungendo il perielio (ovvero la minima distanza dal Sole); il primo febbraio si avvicinerà a 42 milioni di km dalla Terra.
LEGGI ANCHE: Se ti svegli sempre alla stessa ora, ha un significato specifico
La Nasa avverte che la cometa potrebbe essere visibile ad occhio nudo dal 24 gennaio. Attualmente sta transitando nella costellazione della Corona Boreale, spiegano all’Uai (Unione astrofili italiani).