Oggi vogliamo condividere con voi la Leggenda della Madonna di Ferragosto. Una leggenda che tutti noi dovremmo leggere. Il 15 di Agosto festeggiamo l’Assunzione di Maria. Il dogma, proclamato il primo Novembre 1950 da Papa Pio XII, ci permette di celebrare la Vergine Maria.
La Madre di Gesù, priva di peccato, ha condotto una vita dedita al figlio. Lo ha allevato, lo ha cresciuto, ha cercato di aiutare i più deboli. Ogni città o paese festeggia la Madonna di Ferragosto secondo le proprie tradizioni. Poi, la leggenda è stata tramandata oralmente per tantissimo tempo.
La solennità ci ricorda l’Immacolata Vergine, le sue scelte e l’esistenza pura, senza mai aver peccato o tradito.
Immune da ogni colpa, la Vergine Maria ha raggiunto il figlio da immacolata. Assunta e accolta in cielo in quanto Regina dell’Universo.
La Chiesa Celeste ci ricorda l’immensa importanza della Madonna Assunta, come figura da venerare e da invocare nei momenti difficili.
A lei, infatti, è spettata l’anticipo della Resurrezione. Per noi comuni mortali, invece, la Resurrezione della Carne ci sarà solamente quando tutto finirà, con il Giudizio Universale.
Quella che vi riportiamo di seguito è una leggenda. In molti l’hanno raccontata ai propri nipoti o figli: una storia emozionante, su cui dovremmo riflettere.
Vi invitiamo a condividerla.
Leggenda della Madonna di Ferragosto
«Caterinetta era vedova oramai da parecchi anni e viveva in estrema povertà in una misera cascina, o meglio, quello che rimaneva di un antico e rinomato alpeggio dove vi lavorava con il suo caro Pedrin prima che salisse al Cielo, forse troppo presto.
Se solo Caterinetta avesse avuto ancora le forze di un tempo! Ma come faceva a trovare un’occupazione sotto il peso di una vecchiaia avanzata e dolorante? Purtroppo il suo primo pensiero ad ogni risveglio era: “Che cosa mangerò oggi?”.
Di fatto qualche aiutino ogni tanto arrivava, ma lei non se la sentiva più di condurre quella vita da mendicante. “Basta!”, disse un giorno, e… pensa e… ripensa le venne l’idea, umile e grande, di inviare una lettera alla Madonna.
Prese carta e matita e, con mano tremolante, scrisse: “Cara Mamma del Cielo, tu che sei così buona, mandami qualcosa da mettere sotto quei pochi denti che mi sono rimasti, se no io muoio di fame; sai che non posso più lavorare.
Ormai sono solo un cencio umano curvo sotto il peso degli anni e delle fatiche passate; sai anche che non potrò mai ripagarti o farti un regalo, ma stai certa che ricambierò con preghiere e fiori di campo. Grazie! La tua Caterina”.
Corse (si fa per dire) ad imbucare il foglio piegato in quattro, senza busta né francobollo; di certo la Madonna ricevette subito la missiva e quasi subito la lesse visto che, il mattino seguente, Caterinetta trovò sulla soglia di casa un cesto pieno di cibo.
Il racconto
Non sapeva come ringraziare la Madre Celeste e cominciò a pregare e mangiare con le lacrime agli occhi ed il cuore pieno di gioia; poi nel pomeriggio, passo dopo passo, salì verso il Mottarone a raccogliere le ginestre di montagna,
Mise i fiori nel cesto ed alla sera, prima di coricarsi, lo pose fuori della porta quale dono di ringraziamento per la Madonna, la quale dovette aver gradito molto quel pensiero perché da quel giorno alla povera donna non mancò mai il cestello pieno di buone vivande.
Così Caterinetta, col passare delle settimane e dei mesi, come per un tacito accordo, preparava ogni sera il cesto pieno di fiori in cambio del pane quotidiano che avrebbe ricevuto al mattino.
Ma, ahimè, un giorno ritrovò il cesto vuoto e ne rimase molto male; ma poi si ricordò che il dì prima, sentendosi più stanca e sofferente del solito, non si era recata in montagna a raccogliere i fiori e, forse, la Madonna si era offesa!?
Rattristata, la poveretta, dopo aver consumato alcuni avanzi di cibo del giorno precedente, si ripromise di rimediare alla dimenticanza al ritorno dal funerale di Angela, la procaccia del posto che era morta all’improvviso a causa di un malore.
Mentre seguiva faticosamente il mesto corteo recitando de profundis e requiem, perché desiderava accompagnare al cimitero “l’Angela” che tante volte aveva avuto buone parole per lei, vide poco lontano una bimba, la nipotina della defunta, con un grande fascio di ginestre tra le braccia: e sì che…avrebbe dovuto riconoscere quelle ginestre!
Terminata la pia cerimonia, nonostante fosse già fiacca e dolorante, tornò su verso la montagna e sola, ma con tanta gioia nel cuore, raccoglieva e raccoglieva quante più ginestre poteva, stancandosi più del solito per il continuo chinarsi.
Il miracolo
Poi, all’improvviso, sudore e brividi s’impossessarono del suo gracile corpo, ma quel nuovo malessere non era nulla perché sentiva dentro di sé una forza nuova che la spingeva a raccogliere sempre più fiori: quante ginestre aveva ora nel logoro grembiule! Pensava: “Chissà che felicità per la Madonna questa sera!”.
Resisteva alla fatica, sorrideva e tremava la vecchietta! E… fu un attimo: alcuni montanari la osservarono china sui fiori piuttosto a lungo, poi cominciò a vacillare ed infine a precipitare giù per la china tra arbusti e rocce.
Subito gli alpigiani accorsero: uno di essi si calò sul fondo del burrone e trovò Caterinetta priva di vita con attorno al corpo tutte le ginestre raccolte, le ginestre della Madonna di Ferragosto, che le facevano corona.
Sono tante le cappellette Mariane dislocate lungo i nostri sentieri montani; se ci capiterà di fermarci in prossimità di una di esse ricordiamoci di deporre un rametto di ginestra.
Chissà, forse qualche miracolo potrebbe accadere anche a noi!
Photo Credit: RivieradelConero