Il caso che vede protagonista la Madonna di Trevignano Romano h nuovi ulteriori aggiornamenti che hanno lasciato tutta l’Italia ma in particolar modo i fedeli senza parole. Nei giorni scorsi infatti, sul fenomeno delle lacrime di sangue è stato annunciato l’inizio delle indagini da parte della Chiesa e del Vaticano.
Il vescovo della diocesi di Civita Castellana infatti, aveva dichiarato come sarà la commissione diocesana ha confermare o meno se sia sangue quello apparso sul suo volto. La questione è in mano alla chiesa che, cercherà di far luce di quanto sta accadendo così da dare una risposta a tutti i fedeli.
Nelle ultime ore di oggi però, la veggente Gisella che aveva raccontato la storia della Madonna è stata arrestata con l’accusa di bancarotta. Quest’ultima infatti, è stata condannata in primo grado a ben due anni di reclusione con sospensione di pena ma vediamo cosa è accaduto nel dettaglio.

La Madonna di Trevignano Romano, la veggente Gisella condannata per bancarotta
Il verdetto tanto atteso è arrivato diversi giorni fa da parte del Tribunale di Patti in provincia di Messina. A riportare la notizia e ad affermare quanto riportato è Il Messaggero che, ha spiegato come Maria Giuseppe Scarpulla è stata condannata a due anni di reclusione.
La 53enne insieme al marito si era trasferita dalla Sicilia sino a Roma, portando con sé la Madonna che proveniva da Medjugorje. A distanza di tempo però, quest’ultima ha iniziato a piangere sangue e a riportare dei messaggi a Gisella.
I fatti per il quale Cardia è stata condannata risalgono al 21 febbraio del 2013 dopo una lunga indagine per bancarotta fraudolenta. Come riportato da Il Messaggero, Scarpulla avrebbe stipulato una contratto d’affitto dell’azienda per una somma di circa 108 mila euro all’anno. Questo insieme all’amministratore unico e liquidatore della società.
Mentre la veggente è stata condannata, la Chiesa continua ad indagare su quanto accaduto in merito alla Madonna di Trevignano che, lacrimerebbe sangue.