Filomena Claps, la mamma di Elisa Claps, la ragazza che il 12 settembre del 1993 è scomparsa nella città di Potenza e che verrà ritrovata solamente il 17 marzo 2010, ha seguito per filo e per segno la miniserie trasmessa in tv “Per Elisa”.
Il corpo privo di vita della giovane era stato ritrovato all’interno del sottotetto di una chiesa della città, precisamente la Santissima Trinità dove, nella domenica del 5 novembre è stata celebrata la prima messa dopo ben 30 anni.
Per quel fatto di cronaca, rimasto nella storia “nera” del nostro paese, è stato condannato Danilo Restivo e rinchiudo in un carcere della Gran Bretagna a causa di un ennesimo gesto di pura follia, ai danni di una giovane mamma di nome Heather Barnett. La donna era la sua vicina di casa a Bournemouth.
La mamma di Elisa Claps: “Al processo ho incontrato gli occhi di Danilo Restivo”
La mamma di Elisa ha raccontato al telefono de Quotidiano che: “Sono andata a quel processo, ho incontrato la figlia della vittima, una ragazzina bellissima. Ho incontrato gli occhi di Danilo, ci siamo guardati fin troppo, io gli ho detto io sono qua e ci sarò sempre. Lui non ha fiatato, non ha detto mai mezza parola, niente. Era seduto alle mie spalle. Non ha avuto il coraggio di guardarmi in faccia”.
Successivamente, le è stato domandato se avesse guardato la miniserie in tv dedicata a sua figlia. Alla domanda, ha risposto: “Ho visto tutto, sono stati bravissimi, hanno dimostrato un’umanità unica. L’hanno trattata come una persona di famiglia. Sono entrati in punta di piedi con una delicatezza unica. Avevo timore, non avevo mai voluto prima, per me è stata una grande sorpresa”.
Le è stato chiesto se secondo lei, Restivo potesse essere fermato: “Certo che poteva essere fermato. E quella mamma inglese non sarebbe morta. Per Elisa non si poteva fare più niente, lei non si poteva salvare più. Ma quella donna sì. È stato terribile incontrare la ragazzina, il dolore si è rinnovato“.
Alla domanda, “La storia di Elisa trent’anni dopo cosa dice all’Italia?” ha risposto: “Tanto, davvero tanto. Non ho mai inveito contro Danilo, che pure ha fatto quello che ha fatto. Ma i genitori potevano fare tanto. Quando in casa ci rendiamo conto che un figlio è malato, va curato. Bisogna aiutarlo”.
Filomena e la riapertura della chiesa della Trinità
Successivamente le è stato detto che la domenica passata, è stata tenuta la prima messa dopo 30 anni da ciò che è accaduto all’interno della chiesa. La giornalista ha voluto chiederle se avesse fatto parte della protesta.
Ma Filomena ha dichiarato che: “No, non ero in condizione. Non volevo rivedere alcune persone che mi hanno fatto tanto male”. Alla donna è stato poi chiesto, che cosa si sarebbe aspettata dalle persone.
“Avevo chiesto di non celebrare i sacramenti in quella chiesa perché c’è stato un omicidio. Quello, ho sempre detto, è il museo degli or**ri, Elisa è rimasta là dentro per 17 anni. Nel sottotetto, tra la sporcizia”.
“L’ho detto e lo ripeto, chiunque entrerà in quella chiesa deve guardare in alto e sotto i piedi. Perché là dentro c’è il sa**ue innocente di una ragazza di 16 anni. Io non passo davanti a quella chiesa da trent’anni” ha detto Filomena Claps.
“E questo per me è un dolore enorme, enorme. Io volevo arrivare a un accordo. Ma non sono capaci di capire il dolore di una mamma, il dolore che dura da trent’anni. Io su quel dolore ho consumato la mia vita. E non mi arrenderò mai, mai” termina Filomena.