Nella giornata di ieri c’è stata l’intervista di Arianna Mihajlovic, moglie dell’ex calciatore ed allenatore Sinisa Mihajlovic, morto a causa di una grave leucemia. La sua scomparsa ha causato un grande dolore sia alla famiglia che ai colleghi molto legati a lui.
Durante l’intervista rilasciata al settimanale Chi, Arianna ha voluto parlare del profondo dolore che l’ha attanagliata e del profondo vuoto da lei provato. La moglie ha poi raccontato di come è stata vissuta la prima estate senza di lui.
Arianna era la persona più legata a Sinisa, proprio per questo ha vissuto la sua scomparsa come un vero e proprio distaccamento dal suo cuore. Ha raccontato di come è riuscita a salvarsi da quel profondo vuoto che stava prendendo il controllo della sua vita.
La moglie di Mihajlovic: “Ho scelto di vivere, giudicatemi pure”

Durante l’intervista rilasciata al settimanale Chi, Arianna Mihajlovic ha raccontato di come sia stato difficile vivere con gli indumenti del marito, ma senza di lui. L’intervista ha avuto inizio con una dichiarazione molto toccante.
“Mi sono fermata, come se avessi ricevuto uno sch***o, e mi sono detta: “Vivo o muoio?” Ho scelto di vivere”. Ha poi continuato dicendo: “All’inizio ho provato una sensazione orrenda: lo sentivo per casa, ovunque”.
“Poi ho scelto di vivere e non perire. Nicholas, il più piccolo di casa, mi vedeva da sola e mi chiedeva quando sarei uscita: si sentiva in colpa se rimanessi a casa”. Allora mi sono circondata di amiche, ho provato a non farmi vedere triste”.
La forza di Arianna Mihajlovic
La moglie di Sinisa ha proseguito affermando: “Ho mostrato sorrisi forzati, con Sinisa nel cuore. Perché lui ci sarà sempre, fino a quando non lo ritroverò… perché lo ritroverò! E i sorrisi dei miei figli hanno ricreato l’amore che lui ci ha insegnato”.
Ha poi voluto rispondere a chi l’ha giudicata per alcuni suoi comportamenti ed atteggiamenti: “Giudicatemi pure, non me ne frega niente. Io ho un fratello che è stato male di depressione, lo capisce? Io stessa ho rischiato di cadere nella depressione. Non posso, non potevo, non devo!”.
Il suo lungo discorso non era possibile fermarlo, perché ha voluto dimostrare a chiunque l’ha criticata, che sa cosa significa provare dolore: “ho vissuto quasi quattro anni di ospedale. Ho visto mio marito fare due trapianti di midollo ed esultare se le analisi andavano leggermente bene”.
“Ho visto per troppo tempo persone appese alla vita. Un conto è parlare di dolore, un altro è viverlo. Mio marito una settimana prima di morire ha fatto dieci chilometri di corsa e io mi devo abbattere o cadere nella depressione? No! Continuo a vivere per i miei figli”.
Ha poi raccontato come la scomparsa sia stata vissuta dai figli: “Vicky, la più grande, paradossalmente è la più fragile, perché aveva un amore particolare per il padre. Lei dice “Non troverò mai un fidanzato come papà”.
Infine, ha voluto raccontare il sogno che avrebbe voluto esaudire prima della sua morte: “Allenare la Lazio. Avrebbe voluto farlo a tutti i costi, i miei tre figli sono tutti laziali. Questo era il suo sogno nel cassetto”.