“I risultati delle scienze naturali moderne hanno senso solo se assumiamo una realtà interiore uniforme trascendente che si basa su tutti i dati e fatti esterni. Il vero profondo della coscienza umana è una di queste.” Queste sono parole dette dal fisico quantico David Bohm, allievo e amico di Albert Einstein.
Chi non si è domandato almeno una volta se esiste qualcosa dopo la vita, se la morte è la fine di tutto o se esiste un aldilà per l’anima?
Secondo la dottrina cattolica tradizionale, dopo la morte del corpo, l’anima continua a esistere separatamente da esso; infatti, essendo immateriale, non ha parti in cui dissolversi, e non dipende dal corpo per quanto riguarda le sue operazioni.
Negli ultimi tempi anche gli scienziati hanno rilasciato dichiarazioni che fanno pensare ad una esistenza dell’uomo dopo la morte. “Il corpo muore ma il campo quantico spirituale continua. In questo modo, io sono immortale.”
La nostra anima è immortale: ecco perchè

Il Dottor James G. di San Francisco, un ex collaboratore della società tedesca Max-Planck di Francoforte, ha riportato una incredibile storia personale: ha visto una persona nella sua stanza, un uomo che ha poi scoperto essere morto suicida proprio in quel luogo.
ll Professor Hans-Peter Duerr, ex direttore dell’Istituto Max Planck di Fisica di Monaco, è del parere che il dualismo delle particelle più piccole non si limita al mondo subatomico, ma è invece onnipresente.
Ovvero, il dualismo tra corpo e anima è altrettanto reale per lui, quanto il “dualismo onda-particella” delle particelle elementari. Esisterebbe un codice quantico universale, applicabile a tutta la materia vivente e non che vale per l’intero cosmo. Di conseguenza, Duerr crede, basandosi su considerazioni puramente fisiche, nell’esistenza dopo la morte.
Attualmente ci sono gruppi di ricerca universitari che analizzano l’interazione tra coscienza e materia. Uno dei principali ricercatori in questo campo è il fisico Robert Jahn della Università di Princeton nel New Jersey.
Egli sostiene che se gli effetti e le informazioni possono essere scambiati in entrambe le direzioni tra coscienza umana e ambiente fisico, allora si deve anche assumere una risonanza o “potenziale legame molecolare” anche per la coscienza e a questa si dovrebbero riconoscere le proprietà quantiche conosciute. A suo avviso non avrebbe senso separare gli effetti fisici dagli effetti spirituali.
Riproduzione Vietata