Roberto Mancini sta vivendo un dolore immenso per la morte del suo carissimo amico Gianluca Vialli. Un momento davvero difficile per tutte le persone che nel corso degli anni avevano imparato ad amare, apprezzare ma soprattutto a voler bene all’ex campione della Sampdoria.
Il commissario tecnico della Nazionale nelle ultime ore ha voluto ricordare suo ‘fratello’ rivelando il loro ultimo abbraccio avvenuto pochi giorni prima della tragedia. Entrambi si sono salutati per sempre, un lungo addio amato giorni prima della fine dell’anno quando, si sono incontrati dando vita ad un momento pieno di dolore, di affetto e di umanità.
Il loro incontro fatto con discrezione e rispetto nei confronti della sua famiglia è stato raccontato solamente poche ore fa dallo stesso Mancini. Vialli era ricoverato all’interno del Royal Marsden Hospital di Londra ormai da più di un mese quando, le sue condizioni di salute hanno cominciato ad aggravarsi.
Il tumore con cui lottava ormai da tantissimi anni era diventato sempre più forte, fino a segnare per sempre una perdita grandissima. Un lungo percorso quello di Gianluca terminato nella giornata di ieri, circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più stretti.
Mancini in lacrime, l’ultimo abbraccio a Vialli: “Un leone fino alla fine”

Il commissario tecnico della Nazionale poche ore fa ha raccontato gli ultimi istanti trascorsi con Gianluca. Quest’ultimo come riportato dalla Gazzetta dello Sport ha spiegato Mancini in lacrime: “Una settimana prima Gianluca mi aveva chiesto di aspettare, voleva riservare tutte le sue energie migliori all’ultima fase della sua lotta”.
“Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo. Un leone fino all’ultimo. Abbiamo parlato un po’ di tutto, mi ha chiesto perfino com’era andato lo stage di dicembre con i giovani. Anzi, mi ha riempito di domande: voleva sapere tutto, ci teneva a conoscere i progressi del nostro progetto” ha aggiunto Mancini.
Una perdita grandissima per milioni di persone ma anche per la sua famiglia e per Mancini che, tutt’ora non riesce a realizzare cosa sia accaduto. Al Corriere dello Sport è proprio lui a spiegare: “Dopo pochi giorni dall’addio di Sinisa, ho perso un altro fratello. Anzi, un fratellino, come amavo chiamarlo, perché ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più separati”.
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“Abbiamo fatto tutto il cammino insieme. Giovanili azzurre, Nazionale, la Samp, le gioie, i dolori, i successi e le sconfitte. E poi le due notti di Wembley. In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l’amarezza, tanti anni fa. Nell’altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa” ha terminato Roberto Mancini.