Max Cavallari di recente ha ripercorso la morte del suo migliore amico nonché collega Bruno Arena co il quale, ha trascorso tantissimi anni della sua vita. La sua scomparsa avvenuta il 22 settembre ha lasciato grandissimo vuoto in milioni di telespettatori che avevano imparato ad apprezzarlo ed amarlo per la sua grande dolcezza ma anche per la sua ironia.
Purtroppo però, come tutti ricorderanno lo storico componente dei “Fichi D’India” dopo il malore avuto non è stato più lo stesso. Quest’ultimo non era più in grado di lavorare ben che meno di essere autosufficiente e di conseguenza di poter tornare sul grande palco.
Questo per Max è stato un vero e proprio colpo al cuore. In un istante la sua vita era completamente cambiata, perdendo un grandissimo amico ma anche un componente storico del duo. Per diversi anni Bruno ha vissuto la sua vita in famiglia, circondato dall’amore della propria famiglia e dei suoi migliori amici.
A distanza di tanti mesi dalla sua morte avvenuta il 22 settembre dello scorso anno, Max ha voluto ricordare il suo migliore amico ma soprattutto quello che ha vissuto in quegli istanti.
Max Cavallari, il doloroso ricordo di Bruno Arena: Faceva malissimo”

Il famoso comico nonché migliore amico di Bruno, ha spiegato la sofferenza che ha vissuto subito dopo la sua malattia e poi successivamente dopo la sua morte. Nel corso degli anni Max non ha mai abbandonato Arena, dimostrando un grande amico dal cuore d’oro.
Nonostante la morte sia avvenuta il 22 settembre, solo ora Max Cavallari sia realmente riuscito a raccontare il grande dolore che sta provando per il suo immenso amico. Stando a quanto riportato da Corriere della Sera quest’ultimo ha affermato: “Faceva malissimo vederlo così. Non riuscivo a fare niente, non mi alzavo dal letto, non riuscivo a fare gli spettacoli. Senza di lui non ero più io un attimo”.
“Maledetto 17 gennaio. Bruno lo sapeva che il 17 gli portava male. Dalle sue agende il 17 di ogni mese era cancellato, una riga dopo l’altra. Vent’anni fa il primo incidente, quello in auto che gli ha lasciato le cicatrici sulla fronte, è avvenuto il 17: uno gli aveva tagliato la strada”.
Quest’ultimo ha poi proseguito affermando: “Continuo a chiedermi se avrei potuto accorgermi di qualcosa. C’era la giacca intrisa di sudore, aveva litigato con uno degli autori: ci chiedevano i ritmi di Ahrarara ma la nostra età ormai era quella che era”.
Al termine Cavallari ha spiegato: “Lui sale sul palco carico, troppo. Deve fare il dinosauro. Cade a terra, il pubblico pensa a una gag e ride. Inizia a sbattere un braccio. Silenzio. C’è un medico? No. Dicono: è una congestione. L’ambulanza parte in giallo. Invece era un aneurisma. Speravo migliorasse e invece non migliorava. Non avevo più voglia di fare nulla. Alla fine, però, con lui vicino ho capito di dover tornare sul palco. Un po’ per entrambi”.