Paolo Zamboni è uno dei più importanti chirurghi vascolari di Ferrara, un medico italiano. Questo italiano ha scoperto la cura per la sclerosi multipla. Pare che questa malattia sia dovuta a un accumulo di ferro nel nostro cervello. L’accumulo di ferro causa poi il restringimento anomalo delle vene.
Con un’operazione chirurgica, che ha studiato e messo in atto il professor Zamboni, si può sconfiggere la Sclerosi. In poche parole, cercherà di riaprire le vene e in alcuni casi la malattia è totalmente scomparsa.
Una delle persone più famose che si è sottoposta alla sua terapia e che è guarita è Nicoletta Mantovani in Pavarotti. La moglie del compianto Luciano. Ma perché i colleghi del professor Zamboni lo ostracizzano? Perché questa potrebbe essere la scoperta più grande degli ultimi tempi.
Attraverso un’angioplastica simile a quella che si fa per riaprire le coronarie ostruite risolve le condizioni dei pazienti eliminando gli ostacoli al deflusso del sangue “sporco” dal cervello. Di seguito, vi rilasciamo una delle interviste che Zamboni fece al Corriere.
Il parere di Paolo Zamboni, un medico italiano
“Mi colpì il fatto che tutti, pur non conoscendo le cause della sclerosi multipla, la studiassero su un modello animale basato sull’ipotesi arbitraria che fosse di origine autoimmune (l’encefalopatia autoimmune sperimentale, ndr): non mi pareva un buon metodo per comprendere davvero la malattia.
Studiai ciò che era stato rilevato dell’anatomia del cervello dei malati. In molti casi, fin dai tempi di Jean-Martin Charcot, si segnalava che le placche si trovassero sempre al centro di vene cerebrali.
Alla fine degli anni Ottanta alcuni ricercatori avevano individuato chiari segni di patologie croniche delle vene cerebrali dei malati di sclerosi multipla; io stesso, osservando vetrini di autopsie, ne trovavo.
Il 29 settembre del 2002 lei eseguì per la prima volta un ecodoppler delle vene extracraniche in un malato con sclerosi multipla. Vidi che il circolo era difficoltoso e il sangue non scorreva bene. Dalla letteratura scientifica mi resi conto che si conosceva pochissimo della circolazione venosa nelle persone sane, quasi nulla di quella nei malati.
Nella primavera del 2009, viene pubblicato sul Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry il primo lavoro sulla correlazione fra CCSVI e sclerosi multipla in 65 pazienti; a fine 2009, i primi dati dopo aver “liberato” le vene di quei malati con l’angioplastica percutanea transluminale (o PTA).
Cura per la sclerosi multipla
Come ho segnalato fin dal primo studio, anche dopo la PTA esiste circa il 50 per cento di probabilità di recidive, in alcuni casi non è l’intervento appropriato, e pochi pazienti, circa uno su quattro secondo le osservazioni pubblicate da Fabrizio Salvi, continuano a stare bene a lungo.”
Qualche anno fa, Nicoletta Mantovani, vedova del compianto Luciano Pavarotti, rivelò che su di lei il metodo Zamboni ha funzionato. Nicoletta aveva soli 18 anni quando cominciarono a manifestarsi i primi sintomi della malattia.
Fino ai 25 anni, la malattia è progredita, rendendole la vita praticamente impossibile, su stessa ammissione della Mantovani. Poi, introducendo il metodo Zamboni, ha potuto osservare i primi risultati, fino a condurre una vita del tutto normale.