Un vero e proprio miracolo a distanza di settimane dal terremoto in Turchia si è avvero nella giornata di ieri dove, i soccorritori hanno salvato un bimbo di soli 2 mesi. Un momento di grande commozione quello avvenuto nel distretto turco di Antakya a distanza di circa 128 ore.
Il terremoto che ha segnato per sempre la Turchia e la Siria lo scorso 6 febbraio, ha messo in ginocchio migliaia di famiglia e persone. Il bilancio dei morti infatti, continua a crescere ore dopo ore mentre i soccorritori scavano senza sosta per salvare più persone possibili.
Tra tutti i momenti brutti che le famiglie stanno vivendo e le migliaia di vittime, nella giornata di ieri è arrivata la prima notizia buona. Un vero miracolo che ha portato al salvataggio di un bimbo di soli due mesi ancora vivo e rimasto immobile nelle macerie di un edificio.
La notizia è arrivata direttamente da un utente su Twitter che ha voluto condividere un piccolo video davvero emozionante. Una serie di immagini che in pochissime ore hanno fatto il giro del mondo attraverso i social che, mostrano il bimbo ‘grato’ ai soccorritori con il suo sorriso ancora senza dentini.

Miracolo del bimbo di 2 mesi salvato dalle macerie del terremoto dopo 128 ore
Un utente sul proprio profilo Twitter ha condiviso alcuni scatti che mostrano il video di un bimbo ancora sporco di polvere e detriti sul viso ma con un sorriso meraviglioso.
Le foto in poco tempo sono diventate virali in cui possiamo leggere: “Ed ecco l’eroe del giorno! Un bambino che è stato salvato 128 ore dopo il terremoto. Soddisfatto dopo un lavaggio e un delizioso pranzo”.
Il piccolo di soli 2 mesi non è stato l’unico ad essere recuperato dai soccorritori nella giornata di ieri. Grazie alla determinazione dei volontari, è stata salvata anche una bimba di soli 2 anni, una donna incinta di circa 6 mesi, un bimbo di 4 anni e suo papà.
Dei salvataggi importanti che hanno ridato speranza in questo momento così buio per tutta la Turchia e la Siria. Insieme al bilancio delle vittime continua a salire il numero delle persone che pian piano sono state estratte vive o comunque ferite.