Il naufragio di Cutro continua a riportare a galla vittima portando ad un numero sempre più alto le persone che hanno perso la vita a pochi metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro. A distanza di pochi giorni dalla tragedia sono emerse nuove importanti testimonianze di quanto accaduto che, avrebbero svelato retroscene davvero surreali.
A raccontare quanto accaduto e cosa è successo durante quegli attimi di grandissimo terrore è una delle superstite del naufragio. Quest’ultima con le lacrime agli occhi ha ripercorso quei momenti di assoluto dolore che porterà con sé per il resto della vita.
Le sue parole sono state riportare dall’agenzia Adnkronos e hanno svelato come le persone a bordo non avevano modo di chiamare nessun soccorso. È proprio questo uno dei motivi per il quale tanta gente e bambini han perso la vita.
Quest’ultima è stata scortata il primo marzo da parte della Procura di Crotone che continuano ad indagare su quanto accaduto. Mentre essi indagano la superstite ha raccontato come sono andate realmente le cose in quel preciso istante.

Naufragio di Cutro, la confessione di un superstite
La superstite nel suo racconto ha spiegato e svelato come quest’ultimi non avrebbero mai potuto chiamare i soccorsi: “Noi migranti ci stavamo un po’ agitando perché non comprendevamo il motivo per cui si stava esitando a raggiungere la costa”.
“Peraltro, noi non potevamo nemmeno telefonare ai soccorsi perché i membri dell’equipaggio erano dotati di un sistema elettronico che bloccava le linee telefoniche”.
“Gli scafisti invece erano dotati di una ricetrasmittente satellitare ma non chiamavano i soccorsi, peraltro gli scafisti avevano anche invertito la rotta allontanandosi” ha spiegato la donna.
A rilasciare altre importanti informazioni è anche un cittadino sopravvissuto al naufragio: “Quando gli scafisti hanno sentito che chiedevamo aiuto hanno cercato di fuggire, io ho provato a bloccarli e in particolare ho cercato di fermare un turco, ma questi mi ha strattonato e si è tuffato in acqua”.