“Non piangere“. Questo diciamo ai bambini quando si trovano in difficoltà. Diciamo loro di essere coraggiosi. Poi, se sono i maschi a piangere, diciamo loro che non possono, non devono piangere. Ma perché è un comportamento sbagliato?
Trattenere le emozioni non è il metodo educativo più giusto. Pare che possano esserci delle conseguenze nello sviluppo emotivo. In effetti, freniamo il pianto di tutti. Ogni persona che vediamo lasciarsi andare alle lacrime, diciamo inevitabilmente che non è il comportamento giusto.
Non c’è un metodo giusto o sbagliato: sappiamo solo che le emozioni sono alla base del nostro vivere. La tristezza è una delle emozioni più empatiche. Reprimere le emozioni negative sane non ci porta a una vera e propria crescita. Anzi, lasciarsi andare alle lacrime talvolta è necessario per liberarsi.
Che cosa accade quando reprimiamo il pianto? Tratteniamo tutto dentro. Emozioni, contrasti, rabbia: un carico emotivo che ci farà star male un giorno. Dobbiamo essere in grado di rilasciare le nostre emozioni e non di trattenerle dentro di noi.
Metodo educativo: non piangere
Il nostro obiettivo, in quanto genitori, è di insegnare ai nostri figli di essere in gamba, abbastanza forti da affrontare la vita. Talvolta, però, chiediamo loro troppo. Ed è questo il motivo per cui, quando piangono, non possiamo sempre frenare i sentimenti.
Ci sono delle emozioni che devono venire fuori: non può tutto essere sempre bianco o nero. Anzi, piangere ci sosterrà nei momenti difficili. Canalizzare le emozioni non è da tutti. Purtroppo, dipende dal processo educativo e di vita di ognuno di noi.
Se vogliamo davvero che i nostri figli possano affrontare tutte le difficoltà della vita e gli ostacoli, devono avere spalle abbastanza larghe.
Non reprimiamo le loro emozioni. Cerchiamo di insegnare loro l’arte del pianto. E cerchiamo di infondere sicurezza e coraggio. Questa è la cosa più importante su tutto.