Novità Reddito di Cittadinanza. Le discussioni sul Reddito di Cittadinanza proseguono nel contesto politico nazionale. Sono in molti a credere che così come è ora la misura non è efficace ma rischia di essere soltanto un’assistenza ai disoccupato senza svolgere il reale compito per la quale è nato: ovvero reinserire nel mondo del lavoro.
Se Matteo Renzi spinge per l’abolizione del Reddito di Cittadinanza arrivando persino a proporre un referendum (“È bastato proporre il referendum per scatenare il caos. Adesso capiscono che non è uno scherzo. E corrono ai ripari: persino Di Maio vuole cambiare quella legge” – ha detto), nel governo pare che non ci sia intenzione di eliminarlo, ma bensì modificarlo rendendolo più efficiente.
Una prima proposta di modifica è arrivata direttamente dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. Il ministro ha suggerito di introdurre una nuova condizione per poter ottenere il reddito e continuare a percepirlo: ovvero legare il sussidio a corsi di formazione e riqualificazione professionale.
Novità Reddito di Cittadinanza: si parla di modifiche e non di abolizione
C’è chi poi ipotizza anche, per le fasce più povere, una fusione col reddito di emergenza. Altra piaga da debellare: scovare i percettori di Reddito che non ne hanno diritto. Una condizione che soprattutto al Sud sta diventando difficile da gestire.
Insomma si parla di modifiche, non di abolizione. Anche il premier Mario Draghi la scorsa settimana a precisa domanda di un giornalista aveva risposto: “E’ troppo presto per dire se cambierà la platea dei beneficiari: quello che vorrei dire è che il concetto alla base del reddito di cittadinanza io lo condivido in pieno”.
Certo così come è strutturato oggi il Reddito di Cittadinanza non funziona. E a dirlo sono i numeri.
Su 1,05 milioni di beneficiari (circa un terzo del totale) che dovevano sottoscrivere il Patto per il Lavoro, quello che impegna a rispondere alle offerte proposte dai centri per l’impiego, sono state prese in carico solo 330mila persone. Numeri troppo bassi che rischiano di far diventare il Reddito soltanto una misura assistenzialistica.