Nuovo DPCM Coronavirus. Il Premier Giuseppe Conte continua a ricevere il pressing di varie forze politiche per varare un nuovo DPCM con misure più restrittive per tutta l’Italia. Ebbene, come scrivono i principali quotidiani in edicola questa mattina, Conte si sarebbe convinto e starebbe già lavorando ad un nuovo decreto che presumibilmente potrebbe essere varato già entro questo fine settimana.
Su questa ipotesi le voci restano però contrastanti: c’è chi è convinto – come il Corriere della Sera – che possa entrare in vigore già domani 25 ottobre e chi invece pensa che il Premier voglia aspettare ancora un po’ per capire gli effetti del precedente DPCM emanato lo scorso 18 ottobre.
Secondo il Corriere della Sera Conte ha deciso di cambiare passo e il nuovo DPCM sarà emanato già domani e prevede: continuità didattica con le scuole che resteranno aperte, almeno quelle minori mentre le superiori potranno ricorrere a metodi a distanza. Il commercio, le industrie, le professioni andranno avanti. A fermarsi saranno quelle attività ritenute non essenziali come i convegni, lo sport non professionistico, palestre e piscine, centri commerciali da chiudere nel week end. Parrucchieri e centri estetici invece non dovranno chiudere ma ci saranno controlli più rigidi.
Nuovo DPCM Coronavirus: il punto più importante riguarda l’orario del coprifuoco in tutta Italia
Gli scienziati spingono ad una chiusura delle attività e della mobilità alle 21 o addirittura alle ore 20, ma per diversi ministri chiudere l’Italia alle 21 è eccessivo e metterebbe a serio rischio attività economiche come quelle della ristorazione.
Resta viva l’ipotesi di posticipare il coprifuoco alle 22 o alle 23. In ogni caso dopo l’orario stabilito si potrà uscire dalla propria abitazione soltanto per motivi urgenti, di salute o di lavoro da documentare tramite autocertificazione.
Un’altra idea, di cui parla invece oggi La Stampa, è quella dell’Italia “zona arancione”. Senza bloccare scuole, attività produttive ed esercizi commerciali che offrono servizi essenziali. Senza limitazioni agli spostamenti, ma con i confini tra le regioni chiusi. Insomma la situazione è confusionaria.
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